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Dimartedì, Sallusti spiana Soumahoro: come un personaggio di Checco Zalone

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La vicenda di Aboubakar Soumahoro è sui generis, con il sindacalista eletto alla Camera dei deputati con Europa verde che passa dal pianto alle accuse alla stampa, senza spiegare davvero cosa è successo nelle cooperative gestite dalla suocera e dalla moglie e finite nell'inchiesta della procura di Latina (dove il suo nome non compare). Ma la storia è anche tipica di certi "innamoramenti" della sinistra che spesso finiscono, sempre per stare sul fil di metafora, con cuori spezzati e tradimenti. Alessandro Sallusti è ospite di Giovanni Floris a Dimartedì e spiega come la figura di Soumahoro stia diventando giorno dopo giorno sempre più simile a un "personaggio di un film di Checco Zalone". "Anche nella fisionomia", dice il direttore di Libero mentre scorrono le immagini del pianto sui social del sindacalista entrato in Parlamento "con gli stivali sporchi di fango". 

 

"Sta rendendo ridicolo un problema serissimo", tanto che "avrebbe bisogno di un consulente mediatico. Anche perché non spiega" nulla nelle sue dichiarazioni, ricorda Sallusti. "La moglie va in giro vestita Prada e Luis Vuitton ma non paga i dipendenti, fatti una domanda e datti una risposta" è la stoccata nella puntata di martedì 22 novembre. 

 

Ma la vicenda mette in luce anche un altro aspetto, ossia "che la sinistra cade in facili infatuazioni, si innamora di personaggi senza verificare" se le aspettative corrispondano alla realtà.  "È successo col sindaco di Locri e con certi comandanti di navi di Ong" afferma il giornalista. In studio c'è Gianrico Carofiglio, ex magistrato e scrittore, che ricorda come in certi casi bisognerebbe limitarsi a dire di essere fiduciosi nei confronti della magistratura e di voler chiarire tutto. "Non ho apprezzato la comunicazione di Soumahoro in cui c'è un vittimismo che si collega a un concetto inglese, entitlement, come se si venisse privati di una cosa che spetta di diritto a sé e non agli altri". 

 

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