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Berlusconi? "Un'educanda". Verderami strapazza la sinistra su Putin e Cina. Imbarazzo di Boccia

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Abbiamo una memoria "da pesciolini rossi" per certe cose, come ad esempio per le vere, presunte, tentate infiltrazioni russe nella politica italiana. Francesco Verderami, giornalista e firma dei retroscena politici del Corriere della sera, nella puntata di giovedì 20 ottobre di Omnibus, su La7, invita tutti a fare un bagno di realtà sul caso degli audio rubati a Silvio Berlusconi che hanno terremotato la politica nelle ultime ore, mentre Giorgia Meloni deve tirare le fila del prossimo governo.

 

La vicende mette la leader di Fratelli d'Italia un una posizione scomoda rispetto a un impegno in Europa e nell'occidente del centrodestra: "Si dovrà fare carico nuovamente di spiegare che non ci sono problemi sotto questo punto di vista, e sarà una fatica ulteriore che si aggiungerà alle diffidenze di un mondo che non la conosce e che lei non conosce, e che dovrà imparare a conoscere in fretta perché non fa sconti" afferma Verderami secondo cui "l'operazione di Berlusconi aggrava il compito di Giorgia Meloni".

Il giornalista ammette che il presidente di Forza Italia aveva espresso posizioni simili sulla Russia, su Vladimir Putin e sulla guerra in Ucraina in altre occasioni e quindi le sue smentite vanno prese con le molle. Per Verderami, insomma, quanto ascoltato nell'audio di LaPresse è di fatto il pensiero del Cav.

Ma attenzione a gettare la croce. Perché "ci sarà il momento in cui si discuterà dell'infiltrazione putiniana in Italia e nell'Occidente e a quel punto ci accorgeremo che Berlusconi e anche Matteo Salvini, che per mesi non riuscì a dire la parola Putin ogni volta che gli si chiedeva della guerra, sono due educande" rispetto ad altri leader.

 

A chi si riferisce il giornalista? Per esempio a Gerhard Schröder, ex cancelliere tedesco. "La guerra è un errore, Putin vuole porvi fine ma non è così facile" sono le parole del politico citate in studio con il dem Francesco Boccia, ospite della trasmissione, che inizia a dare segni di insofferenza per il riferimento al socialdemocratico Schröder, ancora nell'Spd dopo le polemiche.

"In una classifica delle infiltrazioni putiniane l'Italia si piazzerebbe seconda o terza, perché in Francia per esempio ci sono dazioni di denaro", afferma il giornalista. Tornando all'Italia, impossibile non pensare al governo Conte 2 di cui Boccia faceva parte, ricorda Verderami, e all'operazione "Dalla Russia con amore". Durante la pandemia i russi per "darci sostegno ci portarono questo Sputnik, che era acqua ossigenata (il vaccino russo, ndr) e presero accordi con lo Spallanzani - ricostruisce il giornalista - Invece di far venire i militari arrivarono agenti dei servizi segreti militari" fino a quando "il Ministero della Difesa invitò questi signori a tornare a casa perché volevano incominciare a girare un po' troppo, per esempio nella sua regione (la Puglia, di Boccia, ndr) volevano andare alla base di Gioia del Colle" afferma Verderami con l'esponente del Pd che replica con un’ironia un po' imbarazzata: "Ma perché erano devoti di San Nicola...". 

 

Il siparietto non provoca sorrisi, e Verderami va avanti come un fiume in piena. I russi inoltre volevano "andare in Lombardia nella zona dove si dice che c'è un sito nucleare ancora dai tempi della Seconda Guerra Mondiale". Vicenda, questa, che spinse Mario Draghi, nel suo primo discorso, a dichiararsi subito atlantista ed europeista: "lo disse perché il nostro sistema era stato infiltrato dai russi e dai cinesi".  "Una filmografia..." afferma il dem piuttosto a disagio. 

Altra stoccata a Boccia: "Vorrei ricordare l'ultimo discorso da Presidente del Consiglio di Conte sull'equidistanza tra Washington e Pechino", quando  dovette intervenire il ministro della Difesa Guerini. "Il governo Draghi inizia a vacillare e finisce per cadere quando nel MoVimento 5 Stelle inizia il mal di pancia sulla decreto per l'invio di anni all'Ucraina..." conclude infine Verderami che a scanso di equivoci ammette: "Dopodiché quello che ha detto Berlusconi è gravissimo, e mette in difficoltà Giorgia Meloni".

 

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