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Tagadà, “non è uscito per caso”. Purgatori: cosa c'è dietro l'audio Berlusconi

Luca De Lellis
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L’ego e gli interessi di Silvio Berlusconi sono il più grande ostacolo che Giorgia Meloni deve scavalcare in questo momento. “Non sono nemmeno tanto convinto che quell’audio sia uscito per caso”. Sono le parole d’accusa pronunciate dal giornalista Andrea Purgatori durante la puntata di Tagadà andata in onda su La7 nel pomeriggio di mercoledì 19 ottobre. Interpellato dalla conduttrice Tiziana Panella, il presentatore di Atlantide fa riferimento all’audio che ha pubblicato l’agenzia LaPresse. Nella registrazione, l’ex Premier parla di regali ricevuti da Vladimir Putin e si lascia andare a considerazioni filorusse sul conflitto in Ucraina.

 

 

“Vi ricordate che Berlusconi si era proposto come mediatore di Putin. Ecco, le pagine dei giornali di oggi sono il trionfo di quello che voleva. L’essere stato schiacciato da Giorgia Meloni per lui è un vulnus difficile da digerire. E così si è ripreso la scena”. Appunto, l’ego. È questa, in primo luogo, la spiegazione che offre Purgatori del comportamento tenuto dal capo di Mediaset dalla vittoria delle elezioni in poi. “Non credo alla teoria della demenza senile”, sostiene consapevolmente l’ospite di Tagadà, che poi prosegue: “Secondo me Berlusconi sa benissimo quello che fa. Per esempio, l’appunto sulla Meloni che ha volontariamente fatto riprendere dai fotografi. Il suo dire tutto e il contrario di tutto non è segno della sua instabilità mentale, ma della necessità da una parte di riprendersi la scena, e dall’altra di mandare una serie di messaggi nel tentativo di forzare la mano sul tema dei ministeri e non solo”.

 

 

Una cosa è certa, se la situazione rimane questa “il governo nascerà male”. I presupposti per il duello finale tra i due leader stanno proliferando. “Berlusconi ha detto cose sgradevoli anche sul compagno di Meloni”, come la frase “è un mio dipendente”, e fanno parte di una modalità comunicativa che “lui sta usando per uscire dalla zona d’ombra”. Il problema è che – chiosa Purgatori - “la Meloni ha stravinto sia con Berlusconi che con Salvini, ma entrambi soffrono tremendamente il fatto di essere comprimari e di non poter ottenere quello che vogliono”.

 

 

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