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Toni Capuozzo, escalation pericolosa: "Quei sessanta ordigni nucleari". L'Italia trema

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Un lungo post su Facebook contro l'Europa. L'ex inviato di guerra Toni Capuozzo lo scrive chiaramente: "Chi semina vento raccoglie escalation". La tensione in Ucraina dopo la controffensiva feroce di Kiev e l'assalto al ponte della Crimea è salita di nuovo alle stelle. La trattativa appare ancora più lontana mentre la minaccia nucleare incombe e spaventa il mondo. "Rivedere gli abitanti di Kiev nei rifugi della metropolitana ci riporta indietro, a quando ci illudevamo che sarebbe durata poco" evidenzia amareggiato Capuozzo nella lunga nota social intitolata "Danze sul filo".

E in effetti la sensazione è proprio quella di procedere su un filo: Volodymyr Zelensky ha ottenuto ancora armi con la Nato che annuncia la difesa aerea mentre Putin non intende arretrare nonostante le sanzioni e le scorte militari che secondo gli 007 sarebbero limitate: "La diplomazia russa sembra più manovriera di Kiev, dove la parola d’ordine è una sola: non dialogare con Putin, e vincere". C'è anche la vera possibilità che il capo del Cremlino voli al G20 di Bali, "creando non poco imbarazzo nel momento della foto di gruppo". E se davvero fosse così per l'ex vicedirettore del Tg5 la domanda che sorge spontanea è: "Se né Zelensky né Putin stanno cedendo, chi perde? Facile l’Europa".

Il vero costo della guerra per il giornalista lo pagano gli europei. "Gli ucraini sopportano sul piano umano, ma asciuga i portafogli altrui: 29 miliardi dell’Europa (di cui 'solo' 660 milioni italiani) senza nessuna prospettiva che il registratore di cassa si fermi, o si converta alla sfida della ricostruzione postbellica". Poi c'è la grave emergenza nucleare: "È l’Europa che per la prima volta deve porsi, inquieta, la domanda: useranno la bomba? Ricordarsi poi che in Italia ci sono, tra Aviano e Ghedi, una sessantina di ordigni nucleari che possono offendere o rappresentare un obbiettivo del nemico, fa piovere sul bagnato".  

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