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Otto e mezzo, Monti tira fuori la lettera e inchioda Cacciari: "Quando mi scrisse di candidarmi..."

Giada Oricchio
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Mario Monti e Massimo Cacciari? Va in scena un inedito siparietto. Sul finire della puntata di "Otto e Mezzo", il talk politico del preserale di LA7, mercoledì 14 settembre, il filosofo Cacciari si è inalberato davanti all’ipotesi larghe intese in caso di un risultato di misura alle elezioni politiche del 25 settembre: “Io spero che escano maggioranze nettissime dal voto e che qualcuno si assuma la responsabilità piena di governare bene o di fallire definitivamente. Quelle italiane non sono coalizioni, ma grandi ammucchiate, qui manca il riconoscimento reciproco, siamo di fronte a forze politiche che si demonizzano dalla mattina alla sera, sarebbe una farsa! Cosa potrebbero produrre? Non voglio l’ammucchiata obbligata dal presidente della Repubblica, almeno la facessero loro in Parlamento. Invece è sempre il papà che dice loro ‘bambini, è finito l’intervallo’”.

Una dichiarazione che ha fatto accigliare l’ex presidente del Consiglio, Monti: “Sarei d’accordo con Cacciari, ma ho qui una sua dichiarazione del 12 novembre 2012 in cui mi chiedeva di candidarmi per risolvere il problema dei partiti in stato confusionale e battere l’astensione. Ha cambiato parere anche lei professore…”.

La memoria da elefante di Monti, fedele al motto “la vendetta è un piatto che si serve freddo”, ha fatto calare il silenzio in studio, rotto da una sommessa risatina della conduttrice Lilli Gruber, della collega Lina Palmerini e perfino dello stesso Cacciari che si è abilmente difeso: “No, no… è un discorso completamente diverso… in quella condizione auspicavo che lei riuscisse a creare intorno a sé una maggioranza coesa. La mia speranza era che lei potesse diventare il leader politico di una maggioranza unita… non mi sono mai sognato di dire Monti leader di un’ammucchiata!”.  

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