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Otto e mezzo, Mario Monti e la rivelazione sugli americani: "Perché tirano fuori il dossier"

Giada Oricchio
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“Mi stupirei se non ci fossero finanziamenti a politici italiani”. Serafico, ma assertivo, l’ex premier Mario Monti ha preso posizione sul rapporto dell’intelligence statunitense sui 300 milioni di finanziamenti russi a forze politiche in 24 Paesi allo scopo di influenzarle e interferire nei processi democratici. Ospite di "Otto e Mezzo", il talk politico del preserale di LA7, mercoledì 14 settembre, Monti ha detto: “Sarei sorpreso se nessuna parte di questi finanziamenti fosse andata a partiti italiani. Sappiamo che la Russia, anche in passato, ha cercato di esercitare un’influenza elettorale, pure negli Usa, ma per noi il processo democratico è sacro e va tutelato”.

Il senatore a vita non ha avuto difficoltà a raccontare cosa farebbe se oggi fosse a Palazzo Chigi al posto di Mario Draghi: “Direi agli americani: se avete elementi concreti riguardo l’Italia vi invito a trasmetterceli, anche per eventuali seguiti di natura giudiziaria. Poi sia agli alleati sia a Paesi ostili, come in questo momento è la Russia, ribadirei che le elezioni sono un processo democratico indipendente”.

Poi la conduttrice Lilli Gruber gli ha chiesto se sia stato incauto far uscire questo dossier bomba a 10 giorni dal voto e Monti: “Se non è una fuga di notizie, ma, come pare, un recente sommario fatto dal dipartimento di Stato della USA intelligence, cioè se c’è una partecipazione dell’amministrazione Biden, farei notare che anche un’uscita del genere è un’interferenza, un’influenza nella prassi elettorale. Su questo punto, ogni Stato deve essere puntiglioso”. Ne va della democrazia.

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