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Otto e mezzo, Franco Bernabè spaventa Lilli Gruber: "Come nel 1973". Cosa devono aspettarsi gli italiani

Giada Oricchio
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“Arriveremo a un razionamento come nel 1973. Draghi deve dire la verità al Paese”. Franco Bernabè, presidente Acciaierie Italia, ospite del talkshow "Otto e Mezzo", giovedì 23 giugno, rivela cosa ci aspetta da ottobre in poi: “Per prepararsi all’emergenza energetica, l’Italia deve preparare tempestivamente un piano di razionamento e il governo deve spiegarlo. Se continua così e con quello che sta facendo la Russia sul gas, sicuramente in autunno avremo un problema serio”.

Bernabè avvisa che gli stoccaggi, di cui parla spesso il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, non sono sufficienti perché servono a soddisfare solo la punta della domanda, mentre il fabbisogno della base si ottiene dalla importazioni regolari che non ci saranno se la guerra in Ucraina non finisce al più presto. Il manager ha svelato che il MiTE ha costituito un comitato per l’emergenza e sta mettendo nero su bianco il razionamento: “Può darsi non ci sia la necessità, anche se credo sia molto improbabile, ma soprattutto va spiegato in modo da far preparare i cittadini per tempo”.

Bernabè ha richiamato i fantasmi della crisi energetica del 1973: “Abbiamo avuto il blocco totale della circolazione, viaggiavano solo i camion militari per il servizio di trasporto pubblico” e la conduttrice Lilli Gruber spaventata: “Torneremo agli anni ’70?!”, “Sì, la Russia utilizzerà lo strumento del gas e saremo costretti a limitare i consumi. Senza contare che alcune industrie, come quella del vetro, del cemento, dell’acciaio, della carta, non possono avere un razionamento del gas”.

Tradotto significa che a farne le spese saranno soprattutto le famiglie e il consumo civile, in particolare per il riscaldamento. Un futuro allarmante per Lucio Caracciolo: “Visti i volumi e i prezzi attuali, la Russia può permettersi di esportare ancora meno e guadagnare a sufficienza per andare avanti in una guerra preparata per anni, mentre noi rischiamo che in autunno salti la pax sociale, rischiamo una crisi di ordine pubblico: non si può far finta di nulla e poi improvvisamente dichiarare che c’è la catastrofe alle porte senza provocare un’ondata di panico e di proteste”.

 

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