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Roma, via Nomentana 361. Dove stanno quelli dei diritti? Sinistra senza bussola

Daniele Capezzone
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Roma, Via Nomentana 361. È lì che dovrebbero stare quelli che dicono di lottare per i diritti. Si trova lì la sede dell’ambasciata iraniana in Italia, ed è – appunto – lì che vive e opera la rappresentanza diplomatica del regime teocratico che opprime il suo popolo, avvelena il Medio Oriente da anni (con lo zelante contributo di Hamas, Hezbollah, Houthi), segrega le donne, perseguita gli oppositori, rovina la vita alle minoranze sessuali, oltre a minacciare da sempre Israele, che gli ayatollah vorrebbero cancellare dalla faccia della Terra.

La notizia è che il regime traballa, e che tremano i turbanti che lo guidano. Una folla di iraniane e iraniani coraggiosi, prendendo rischi enormi, è tornata a ribellarsi. E le prime incrinature negli apparati già si vedono: dopo i colpi militari subiti nei mesi scorsi per mano di Netanyahu e Trump, la crisi economica si è acuita, e se ne sono andati i vertici della Banca centrale. Per paradosso, mentre il regime vacilla, continua però ad avvelenare il resto del mondo.

Il Tempo, con Francesca Musacchio, ha avviato un’inchiesta (oggi siamo alla terza puntata) su come si articola questa strategia di inquinamento e penetrazione. E allora è lì, a via Nomentana 361, che dovrebbero tenersi manifestazioni per la democrazia. Dove stanno i nostri «dirittisti»? Sempre pronti a prendersela con Trump, con Milei, ovviamente con Meloni e Salvini, ma mai contro i nemici della libertà. Al contrario, nelle nostre città, abbiamo assistito per mesi a decine di manifestazioni ammiccanti verso Hamas e il fondamentalismo islamico. Al punto – atroce beffa – che qualche mese fa proprio l’ayatollah Khamenei si tolse lo sfizio di ringraziare studenti e professori delle università occidentali. Che sberleffo da parte del macellaio capo: da un lato ammicca alle proteste occidentali, e dall’altro continua allegramente a usare le ragazze e i ragazzi iraniani come bersagli di violenza e repressione. Qui tutti zitti, a partire dai piccoli fan di Hannoun?
 

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