Cerno: le regionali che non cambiano niente e quell'affluenza fin troppo alta
Non so più se su Marte ci vivono Elly Schlein e Giuseppe Conte o se ci sono finito io, mio malgrado, che sulla Terra sto benissimo. Ma a sentire i commenti sulle regionali c’è davvero da domandarsi perché ci si meravigli se il Palazzo è lontano dalla gente. Partiamo dal risultato, festeggiato a sinistra come una spallata al governo (stavolta, va detto, le parole più sagge le hanno pronunciate i Cinquestelle) quando risultati elettorali più prevedibili di questi tre sono difficili da ritrovare nell’almanacco politico italiano.
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In Veneto il centrodestra vince da quando il Signore l’ha mandato in Terra. In pratica una successione politica di Luca Zaia che non stupisce nessuno. Al Sud una successione perfino dinastica, costruita a tavolino da due Masaniello del calibro di Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, che come monarchi borbonici hanno scelto i loro successori, distribuendoli fra Pd e M5s. L’altro commento surreale è quello sull’affluenza, che sarebbe bassa o addirittura un’emergenza. Per me è fin troppo alta. Quando tutti sanno chi vince, come in questo caso, a votare ci va solo chi fa politica. E non sono così tanti.
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