Cerno: Orban-Lagarde e la vittoria del buonsenso contro la burocrazia
Se serviva una prova che le istituzioni europee dalla Commissione di Ursula von der Leyen alla Bce di Christine Lagarde volano fra Marte e Plutone mentre qui sulla Terra noi raspiamo come polli, è arrivata con la visita al mercato di Lady Euro. Serviva la plurigriffata regina del credito europeo, cantrice dell’austerity e sultana dei tassi per spiegarci che i pomodori fuori stagione costano troppo. E che lei, mettendo le mani avanti, deve essersi alzata lo stipendio per questa ragione.
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Ma la nemesi del surreale siparietto da falsa popolana viene dal fatto che in quelle stesse ore il famigerato e straodiato dalle sinistre presidente ungherese Viktor Orban incontrava Matteo Salvini e ripeteva al suo alleato, leader della Lega, parole di estrema saggezza che condivido dalla prima all’ultima: l’Unione Europea non conta niente. Un assioma che si sposa perfettamente con il rincaro dei cetrioli e con chi ne rimane, come insegna la saggezza popolare, fregato. Non c’è nulla di destra né di fascista in questa asserzione, mentre c’è molta spocchia e aristocratico distacco in quella di Lagarde. La vittoria del buonsenso contro la burocrazia.
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