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Candidati virtuali, tiktoker e liste islamiche

Francesca Giubelli è una influencer virtuale ma è anche la candidata sindaco alle prossime comunali di Roma

Gianluigi Paragone
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Francesca Giubelli è una influencer virtuale ma è anche la candidata sindaco alle prossime comunali di Roma. È la leader di una lista civica completamente progettata e sviluppata con l’intelligenza artificiale. Si tratta di un esperimento inedito: «Ci presentiamo come proposta politica alternativa», annuncia la candidata transumana. «Si va beh, ma tanto dove volete che...». A Monfalcone in provincia di Gorizia, anche qui per la prima volta in Italia, una lista composta da soli immigrati si è presentata alle elezioni comunali come alternativa alla Lega e alle sue politiche. «Si va beh, ma tanto ha preso il 3% contro il 70 del centrodestra; dove volete che...». Sulla Stampa, intervistata da una penna raffinata qual è Alberto Mattioli, Rita De Crescenzo, la tiktoker di Roccaroso, ci fa sapere che fonderà un partito con Maria Rosaria Boccia. «Si va beh, ma tanto dove volete che...». Ecco, a furia di «Si va beh» e «Tanto dove volete che...», la democrazia finisce come Totò preso a sberle da uno sconosciuto che lo scambiava con tale Pasquale: «Volevo vedere dove voleva arrivare».

 

 

 

Ecco, gli sconosciuti non sono poi così sconosciuti e noi nella malsana curiosità di vedere «dove voleva arrivare» alla fine ci arrendiamo perché «Mica so’ Pasquale io». </DC>Nessuno di noi voterebbe il sindaco transumano uscito dalla intelligenza artificiale o la lista di soli immigrati o la napoletana tiktoker popolana che, per dirla con Mattioli, ha trasformato «l’innocente Roccaraso nella metropolitana di Pechino»; o almeno nessuno di noi... fino a prova contraria. La traiettoria sembra azzardata ma segue una sua logica che faremmo bene a decifrare perché ci sta dicendo che lentamente, silenziosamente, subdolamente, ciò che pensiamo più lontano si è incistato nel nostro tessuto. La Giubelli non sarà affatto la prima e unica candidata virtuale, non è una provocazione ma la proiezione dell’idea di progresso tecnologico; capiterà invece che, nell’euforia generale dell’abbraccio infantile e stupido con l’intelligenza artificiale, queste iniziative si moltiplicheranno.

 

 

 

E siccome ormai la politica vive degli stessi codici di mutazione (di progresso e di regresso), il virtuale si prenderà il tutto dopo essersi preso il molto, col nostro consenso. Saremo affascinati dall’idea di un sindaco transumano che prometterà la totale sicurezza nelle nostre strade perché le immagini catturate dalle mille telecamere saranno analizzate da un algoritmo che anticiperà l’azione dei criminali prima che il crimine avvenga: politica predittiva, molto più della umana prevenzione. Saremo entusiasti, no? Certo che sì. A opporsi sarà la lista islamica, che in queste modernità ci vede lo zampino del maligno e allora consiglierà a tutti di non uscire o uscire totalmente velati per non incorrere in tentazioni o essere preda di violenze. In ultimo la tiktoker, la furba De Crescenzo con tutti i suoi misteri. Nella crisi della partecipazione al voto ecco come scartare tutti (o quasi) e fare gol: il reddito di cittadinanza come priorità. Un’altra che ha capito l’aria che tira.
 

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