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Conte-Grillo, la guerra dei patriarchi

Tommaso Cerno
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Se resta in Italia un desiderio di patriarcato, non lo troviamo all’origine dell’odio contro le donne. Ma piuttosto nel partito che non sopporta i due padri, quello della piazza e quello del Palazzo. La faida familiare dentro il Movimento 5 Stelle e la guerra fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo per scegliere chi sarà il patriarca a cui i figli devoti prometteranno obbedienza e rispetto è appena cominciata. È fatta di politica e carte bollate ma mostra, nell’anima del movimento che doveva aprire il Palazzo del potere come una scatoletta di tonno, un atavico richiamo alla poltrona perfino più forte di quello dei partiti tradizionali che i grillini, o forse ormai contiani, detestavano.

 

 

 

Suscita curiosità anche in chi come me crede che, comunque vada a finire, l’esperienza a 5Stelle possa considerarsi ormai archiviata, l’esito di questa stravagante tenzone. Chi sarà alla fine il patriarca dell’antisistema, visto che il sistema tradizionale ha consegnato per democrazia i due principali partiti, il governo dell’Italia e la presidenza dell’Unione Europea a tre donne. Ed è possibile che fra i litiganti Grillo e Conte spunti perfino la terza leader. 

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