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Natale, quanto ci mancano i cinepanettoni: c'è voglia di leggerezza

Conte Max
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Il 30 dicembre, seppur solamente per un giorno, tornerà nelle sale cinematografiche in versione restaurata e rimasterizzata, il film «Vacanze di Natale» di Carlo e Enrico Vanzina, quaranta anni dopo la sua uscita, era il 1983. All’epoca il film non venne capito dalla stragrande maggioranza della critica, in Italia troppo spesso affezionata all’intellettualismo. Il pubblico però lo capì, eccome, al punto che ancora oggi le battute del film sono stracitate. Il fatto è che «Vacanze di Natale» colse in pieno (a differenza della critica) i mutamenti di un’Italia che stava cambiando pelle con il vento degli anni Ottanta, con la scoperta della libertà del lusso e delle vacanze di cui non vergognarsi. Con la voglia di sorridere senza sentirsi necessariamente impegnati. A pensarci bene sono, la leggerezza e l’ironia prese in dosi giuste, due grandi virtù, soprattutto in un Mondo sempre più in preda a tensioni e a conflitti.

 

 

Oggi, anno 2023, di quello spirito degli anni Ottanta è rimasto poco o nulla, i social hanno cambiato abitudini e consumi (anche al cinema) e pure l’ottimismo è diventato una merce rara. Persino il linguaggio ha avuto i suoi cambiamenti - in peggio, noi di questo siamo convinti - con il politicamente corretto che ha finito con il dilagare o con il mettere sempre più vincoli alla libertà «scorretta» della comicità. Non si tratta di nostalgie, ma di realtà. Il che non vuol dire che dovrà essere così per sempre. Aspettando quindi il ritorno nelle sale di «Vacanze di Natale» un auspicio diventa necessario. Anzi, un’invocazione: ridateci i cinepanettoni. Anche quelli meno riusciti ma così scanzonati nella loro semplicità e leggerezza, da guardare magari il 26 di dicembre, fra un pranzo di Natale consumato e in attesa del cenone di fine anno. In fondo, un po’ di depensamento aiuta a vivere meglio.

 

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