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Primo maggio, è ora di cambiare musica. Paragone: sindacati fuori dal mondo

Gianluigi Paragone
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Anche questo primo maggio se n’è andato tra polemiche più o meno rituali, quasi un coro alla solita musica scritta da un sindacato impalpabile, prevedibile e ormai anche un po’ stonato. Maurizio Landini critica il governo e Giorgia Meloni colpevoli di lavorare il Primo maggio, di non dare il buon esempio. Montare un palco di grandi dimensioni e allestire un concerto happening invece è una passeggiata? Non è lavoro? Io penso che se il governo fa un consiglio dei ministri il primo maggio non svuota affatto di significato la festività; se al contrario i rider vanno in giro a consegnare il cibo a domicilio sì perché i rider sono una delle frontiere più esposte a un lavoro disarticolato e nelle piene mani delle multinazionali. Perché parlo dei rider e del delivery? Semplice perché la multinazionale danese con sede in Inghilterra Just Eat è stata uno degli sponsor principali del Concertone, assieme a due banche e ad Eni. Just Eat, mentre contribuiva alle spese del Concertone, continuava al pari delle altre piattaforme a far girare le prenotazioni e le consegne consentendo all’esercito di nuovi fattorini di lavorare il primo maggio. E direi che siamo su livelli decisamente diversi rispetto al consiglio dei ministri. Ovviamente questa sponsorizzazione ha sollevato parecchie critiche, tanto che il segretario della Cgil ha dovuto difendersi e rispondere: «Questa piattaforma applica i contratti». Una risposta di una stupidità imbarazzante: che significa che applica i contratti? Mi sembra il minimo.

 

 

La verità è che il Concertone sotto le bandiere della Triplice costa e quando si deve battere cassa si pigliano i soldi che arrivano. Vuoi che sia una banca (e ce ne sarebbe da dire sui piani di ristrutturazione delle banche) o la multinazionale del delivery. Il fatto è che Landini come tutti i sindacalisti è anni luce indietro rispetto al tema della predazione dei dati, del Capitalismo della Sorveglianza; e se solo oggi può rivendicare il minimo del minimo («Applicano i contratti») significa che i sindacati in questa frontiera sono arrivati a danno fatto. Del resto Landini fino a pochi mesi fa era il perfetto compagno di Mario Draghi, il cui governo - a differenza di questo - è nato sotto la stella delle élite e non del popolo. I sindacati avrebbe potuto fare quel minimo di resistenza e opposizione vista la maggioranza larghissima in parlamento e nei salotti buoni, ma hanno preferito cantare e suonare lo stesso spartito.

 

 

Ecco perché oggi non sono credibili quando criticano le misure del governo: ormai sono attori della solita, prevedibile, commedia dell’arte. Il lavoro sta cambiando radicalmente pelle e non saranno i sindacati con le loro consumate parole a raddrizzare le storture che pur questa «modernità» (strapotere delle multinazionali, intelligenza artificiale, robot, algoritmi e via dicendo) genera. La sfida è troppo avanti e gli sponsor del Concertone dimostrano chi guida le danze. Just Eat non ferma la catena di montaggio il primo maggio e avrebbe potuto farlo; poi ci sono quelli che devono restare aperti (e a Roma ce n’erano tanti) perché debbono sostenere gli aumenti. Infine ci sono i ragazzi autistici del PizzaAut di Monza, dove andò Mattarella, che hanno scelto di inaugurare il locale proprio il Primo maggio. Perché oggi il lavoro si festeggia quando c’è ed è gonfio dei suoi diritti.

 

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