Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Meloni e il miracolo dei bambini ubbidienti

Esplora:

Alessandro Usai
  • a
  • a
  • a

Ormai è chiaro a tutti. Il nostro Paese ha una priorità inderogabile: una legge per vietare i cori a favore del premier. A maggior ragione se il premier è di destra. Una insopportabile aggravante. Pene severissime, poi, se a intonare coretti di giubilo sono i bambini. Intollerabile. Come si permettono questi mocciosi di 6 o 7 anni di applaudire un premier donna e nemmeno di sinistra? C'era addirittura qualche bambino di 8 anni, forse 9. Segnale di degrado delle nuove generazioni. Una rappresentazione di festa inqualificabile. Deve essere sicuramente colpa anche dei professori.

Chi ha distribuito le bandierine tricolori? Chi li ha autorizzati? E perchè sventolarle cosi in piazza senza vergogna? No, c'è sicuramente del dolo. I professori devono essere puniti in modo esemplare: hanno certamente costretto i bambini a intonare il coro «Giorgia Meloni». Probabilmente c'è dietro una azione di ritorsione: «O canti oppure niente merendina». Del resto, non giocava neppure la Nazionale quindi era inopportuno portare le bandiere in piazza. Tutto questo in un contesto militare. No, questi giovani balilla vanno stroncati sul nascere.

La scena è stata indigesta a tutti nel villaggio dell’Aeronautica militare allestito in piazza del Popolo per i 100 anni della forza aerea. Arriva il presidente del Consiglio, subito si sentono applausi chiaramente organizzati. Si siede ai comandi di un aereo caccia F35 e inizia la provocazione degna di un dittatore guerrafondaio: saluta e scherza con i bambini felici. Le avvisaglie si erano già manifestate mentre il premier saliva sulla scaletta per entrare nel cockpit: un gruppo paramilitare di bambini dell’elementare Ponte Galeria inizia con sprezzo del pericolo a scandire il suo nome in coro. Il premier si ferma e scatta anche qualche selfie da consegnare alla storia. Roba da rimanere basiti. La misura è colma.

Serve una legge, un decreto di urgenza. Un decreto regio se necessario. Tornano alla mente altri premier osannati dai bambini, ma quella era un'altra storia. Mica erano di destra. Non c'era il rischio fascista. Era decisamente più tollerabile il «Facciamo un salto, battiamo le mani, ti salutiamo tutti insieme, presidente Renzi» cantato dai bambini della scuola Salvatore Raiti di Siracusa. Era il 6 marzo del 2014 e Matteo Renzi era premier da appena un mese. Nessuno gridò al complotto, ci mancherebbe. Così come aveva scherzato Giuseppe Conte con i bambini il 13 settembre del 2018 all'inaugurazione della scuola «Tacchi Venturi» a San Severino, nelle Marche. Ma era un'altra epoca. Altro stile, altra classe. Si capiva già che era affidabile.

Del resto, l'anno dopo fece anche il Conte 2 con la sinistra. Ma oggi, no. Bisogna fare presto. Bisogna fermare la pericolosa Giorgia Meloni. Cori e applausi in piazza sono sicuramente da regime. Serve una azione di forza per contenere questa deriva autoritaria. Magari si potrebbe chiedere agli stessi professori che sono riusciti a far stare allineati e coperti quei bambini di 7 anni. Una vero miracolo italiano. Tutti ubbidienti e rispettosi delle regole. Meriterebbero una medaglia al valore. Militare, si intende.

Dai blog