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Virologi candidati in politica "contagiati" dalla sinistra

Alessandro Usai
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Ci deve essere una sorta di epidemia che ha colpito molti virologi. Nulla a che fare con l'odiato Covid o con l'australiana che sta mettendo a letto migliaia di italiani sotto le feste. No, qui c'è dell'altro. Sembra che molti virologi siano affetti dalla contagiosa sindrome della sinistra. Un virus molto potente che annebbia, a volte, la ragione e che trasforma seri professionisti al servizio della scienza in candidati di parte disposti a tutto pur di debellare il consenso del centrodestra. Tanti auguri.

L'ultimo della lista, solo in ordine di tempo, è il medico Fabrizio Pregliasco che sarà capolista della civica a sostegno di Pierfrancesco Majorino per conquistare la Regione Lombardia. Il primo effetto collaterale è stato quello di far scoppiare una bufera in casa Pregliasco, tanto che la sua compagna, nel 2018 candidata alle Politiche con «Noi con l'Italia», pare non abbia apprezzato questa discesa in campo. Chissà che bel cenone di Natale. Un bel regalo sotto l'albero di quella che fu la Quercia.

Il primo a rompere gli indugi era stato Pierluigi Lopalco, pronto prendere voti per la lista «Con Emiliano» in Puglia. Un buon esordio il suo. Candidato più votato nella circoscrizione di Bari, divenne a ottobre 2020 assessore alla Sanità. Ma la sindrome sinistra lo stordisce quando Emiliano ritoccala sua maggioranza. E Lopalco fa un passo indietro lasciando la giunta. È la politica, bellezza. Ma lui evidentemente non aveva gli anticorpi. Per Lopalco «populismo e trasformismo sono i mali della politica italiana che hanno allontanato sempre di più i cittadini dalla politica, minando le basi stesse della nostra democrazia».

Pare sia ancora convalescente nel gruppo Misto in Puglia. La sindrome sinistra ha le sue mutazioni. Certo è che i virologi sono tutti schierati dalla stessa parte. Ma se il professor Massimo Galli così come Antonella Viola non hanno mai nascosto le loro legittime simpatie verso la sinistra senza però candidarsi, altri hanno sentito un richiamo troppo forte. Come Andrea Crisanti. Da molti indicato come l'anti-Zaia per le battaglie sulla gestione pandemica in Veneto, ha rotto gli indugi scegliendo di combattere in prima linea sul campo politico. Iscritto per anni al Pd di Londra, alla vita mondana di Chelsea ha preferito le riunioni spesso psicoanalitiche dei dem. Solo per questo meriterebbe un premio. Poteva scegliere tanti club londinesi, altri svaghi, una birra al pub, il circolo del cricket persino. No, quando la sindrome sinistra ti pervade non c'è nulla da fare, è altamente contagiosa, non conosce gusti o confini, non c'è Brexit che tenga. Quando ti prende, non c'è via di fuga. Candidato alla circoscrizione Europa, Crisanti è oggi un parlamentare. Ma non tutto è perduto. C'è un'altra virostar come Matteo Bassetti che forse ha l'antidoto.

Altro che sindrome sinistra, lui è fieramente di centrodestra. In campagna elettorale qualcuno lo indicava addirittura come possibile ministro della Salute. Forse erano solo chiacchiere, forse no. Ma Bassetti non si è candidato, non si è fatto incantare, non è stato nominato ministro e continua a fare il suo lavoro, augurando i migliori successi ai suoi colleghi. Lo ringraziamo. Riuscire a tamponare il proprio ego quando si spengono i riflettori delle telecamere non è roba da tutti.

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