Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Emergenza migranti, siamo un popolo solidale che rispetta le regole

Esplora:

Mario Benedetto
  • a
  • a
  • a

Tanto tuonò che piovve. Gli ultimi fatti di cronaca politica con rilevanza internazionale sono andati esattamente come un’analisi intelligente, non sensazionalistica e tribale, aveva fatto prevedere. Ancora una volta, la realtà dei fatti ci dimostra come a poco servano allarmismi ideologici, a fronte di analisi «situazionali» e azioni politiche conseguenti. Partiamo da Catania. La catastrofe umanitaria non c’è stata. E mai ci sarà, per un Paese civile e accogliente come il nostro. Ci sarà, quello s, una linea tesa a legalizzare un fenomeno in preda a letture ideologiche e buonismi che vanno spesso a danno proprio di chi va accolto. Perché l’obiettivo è, appunto, quello di accogliere, nel senso letterale del termine. Senza che questo diventi sinonimo di accedere sul nostro suolo, per poi essere abbandonati al proprio destino. Che, tradotto ancora, significa popolare strade e stazioni ferroviarie, vivendo di elemosine e stenti.

Al di fuori delle tanto contestate regole, su cui ricordiamo è basata ogni civile convivenza, si fonda proprio l’operato delle note Ong. A dirlo non sono voci di popolo, ma l’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del mare, lettera «g», che richiama il diritto internazionale e il rispetto delle leggi dello Stato costiero di turno. Vogliamo una volta per tutte riflettere su quest’operato e su quello che realmente comporta? Ovvero con molta frequenza un futuro di abbandono per chi si vuole, scorrettamente, far vedere come protagonista di un’azione umanitaria. Una riflessione doverosa. Che non impedisce all’Italia, a noi italiani e al Governo di dimostrare quanto la solidarietà rappresenti il dna della nostra storia nazionale. Come dimostra l’epilogo della vicenda di Catania. Credo che la Francia, anche numeri alla mano, abbia una tradizione civile di grande pregio, ma alla quale non abbiamo nulla da invidiare. Non abbiamo nulla da imparare, non dobbiamo far altro che essere ciò che siamo sin dal momento della nostra nascita. Una repubblica e popolo civile, solidale, con un governo che intende richiamare il rispetto di regole che, a ben vedere, va a vantaggio di tutti. Anche dei famosi accolti che, regolati nel loro accesso e nel rispetto di ogni diritto umanitario, possono si vedere in questo un approdo verso opportunità e pace, più che un poco dignitoso abbandono alle proprie sorti.

Tutto questo mentre sullo sfondo lo scacchiere internazionale è animato dalle elezioni di Midterm Usa: senza clamori ma interessante il risultato per i repubblicani, che animano una dialettica di confronto democratico, nella patria di questa cultura, dimostrando che in nessun angolo del mondo autoritarismi o loro nuovi interpreti mettano a repentaglio alcun equilibro. Ecco, parola chiave quella dell’equilibrio: con le famose regole che, pensate un po’, sono in ogni dove la sua migliore garanzia.

Dai blog