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Elezioni politiche, le quote di "William Hill" dicono già chi vincerà

Domenica Giordano
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Se volessimo dar credito alle quote che la William Hill, storico marchio di scommesse fondato nel 1934 nel Regno Unito, ha pubblicato in previsione delle elezioni politiche del 25 settembre, allora potremmo già cestinare tutti i sondaggi e le previsioni rabdomantiche che circolano in questi giorni. Dal valore delle singole quote possiamo già stilare le classifiche di chi vincerà nelle urne, e chi invece sarà costretto a leccarsi le ferite.

Del resto, se i bookmakers inglesi sono sul mercato da oltre due secoli, da quando sul finire dell'800 iniziarono a raccogliere le prime puntate sulle corse dei cavalli, una ragione dovrà pur esserci. Nel loro lavoro non possono permettersi il lusso di essere ingenui o creduloni, né tantomeno di cedere alla vocazione del benefattore che corre in soccorso di chi ha bisogno regalandogli qualche spicciolo.

Oggi, per lo più, le puntate sui ronzini sono una parte davvero marginale dei loro affari che invece si sono allargate su ogni singolo evento sportivo, sociale, culturale o politico, in programma sul globo terrestre e che sia quotabile. E sull'esito delle imminenti elezioni italiane, così come su chi sarà il prossimo leader dei Conservatori inglesi dopo Liz Truss o quello dei Laburisti dopo Keir Starmer, parimenti, su chi diventerà il futuro inquilino della residenza più importante e prestigiosa di Downing Street, è possibile puntare una somma di danaro collegandosi al sito web e avendo tra le mani una carta di credito.

Ovviamente, questo tipo di scommesse, come previsto dai regolamenti dell'Agenzia dei Monopoli, su temi sensibili o politici come ad esempio una competizione elettorale, che sia in Italia o in un'altra nazione non importa, sono vietate agli scommettitori italiani che a questo punto per provare l'ebbrezza della puntata su un partito o una coalizione sono costretti fare una gita oltre confine. Diversamente, il sito non rende visibile la sezione «politics highlights» agli utenti che volessero cercala tramite il proprio smartphone o un personal computer collegati alla rete internet italiana. Una volta superato l'ostacolo digitale, è possibile godersi le quote fissate da William Hill su quale sarà partito politico che otterrà il maggior numero di seggi alle elezioni politiche.

Tra tutti Fratelli d'Italia è quello che paga la quota più bassa ai possibili vincitori, appena 1,10 per ogni euro scommesso, ciò vuol dire che, anche, per gli inglesi è la lista che ha le maggiori probabilità di strappare la fetta più ampia di nuovi parlamentari.

Mentre, la quota più alta paria 101,00 per ogni euro puntato, che di fatto corrisponde a una probabilità molto bassa, accomuna la maggior parte degli altri partiti. In questa fascia ci sono, infatti, ItalExit di Gianluigi Paragone, Impegno Civico di Luigi Di Maio, Unione Popolare di Luigi De Magistris, Azione e Più Europa, così come il cartello centrista, a supporto della coalizione di centrodestra, Noi Moderati.

Subito dopo Fratelli d'Italia, invece, troviamo il Partito Democratico la cui quota è fissata a 6,50, quindi ancora abbastanza lontana da quella che i bookmakers britannici hanno fissato al momento per il partito di Giorgia Meloni, e a seguire con lo stesso valore di 26,00 euro di premio per ogni euro scommesso, ci sono sia la Lega di Matteo Salvini che il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. In questa distanza tra una quota e l'altra c'è di fatto la consistenza degli attuali rapporti di forza tra le coalizioni e le liste in campo. Infine, nel paniere delle scommesse ci sono pure Italia Viva di Matteo Renzi, pur se in verità con la lista unica questa puntata diventa alquanto complicata, e Forza Italia di Silvio Berlusconi. Entrambe sono attualmente appaiate con una quota ferma a 67.00, quindi con una probabilità di ottenere il numero più alto di seggi decisamente scarsa.

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