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I guariti superano i nuovi casi. Ma i morti sono 464

Solo un contagiato ogni 25 tamponi: mai così basso

Alessandro Austini
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I contagi da coronavirus in Italia continuano a scendere. Ma ci sono ancora troppi morti. Il bollettino della Protezione Civile aggiorna i dati, tra speranza e consapevolezza che la strada per uscire dall'emergenza è lunga. Se da una parte i dati confermano lo stabilizzarsi del decremento della diffusione dell'epidemia, dall'altra si registra ancora un bilancio pesantissimo in termini di vite umane, ben 464, che portano il totale delle vittime di questa catastrofe sanitaria nel nostro Paese a 25.549. Purtroppo, hanno avvertito più volte gli esperti, sarà proprio il dato dei decessi a rallentare per ultimo, mentre altri indicatori hanno invece già preso la giusta direzione. Tra questi, quello di gran lunga più rilevante riguarda il calo delle presenze nelle terapie intensive, che nelle ultime 24 ore hanno visto liberarsi ben 117 posti letto. Da sottolineare anche il fatto che per la prima volta il numero dei dimessi e guariti (3.033) abbia superato il numero dei nuovi casi, 2.646. Anche il rapporto tra contagi rilevati e tamponi effettuali, 1 a 25, è stato il più basso dall'inizio dell'epidemia. Quel che più, ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) «il cosiddetto indice di contagiosità si attesta tra 0,5 e 0,7. L'ultima volta avevo parlato di un indice di 0,8». Locatelli ha inoltre sottolineato, analizzando i dati, che «a far corso dal 5 aprile con l'eccezione di un'unica giornata c'è sempre stata una riduzione dei ricoverati e dal 3 aprile costantemente ogni giorno c'è stata una riduzione dei ricoverati in terapia intensiva. Su questo dato ricordo che il 3 aprile eravamo a 4.068 casi mentre oggi a 2.267». Locatelli ha quindi giudicato «rimarchevole» il fatto che «oggi, per il quarto giorno consecutivo, i soggetti positivi al Covid-19 sono in calo». Locatelli ha inoltre sottolineato lo «straordinario impegno» dell'Aifa che oggi ha dato parere favorevole a 26 nuovi studi di cui 13 già attivati, su un totale di 114 proposte. Il presidente del Css ha quindi toccato il tema dei vaccini, ovvero della «virtuosa competizione» per l'identificazione di un sistema di protezione efficace. «Oggi - ha specificato Locatelli - abbiamo evidenza di due potenziali vaccini negli Stati Uniti, uno in Gran Bretagna, uno in Germania e uno in Cina». Da qui a sostenere però che l'arrivo in farmacia del prodotto anti-Covid sia dietro l'angolo, avverte il professore, se ne manca. Anche se vi è una fase avanza di sviluppo «deve essere detto chiaramente che ciò non vuol dire imminenza di commercializzazione quanto una messa a punto della possibilità di una sperimentazione. Esistono tappe ineludibili per la valutazione dei vaccini». Inoltre, ha spiegato Locatelli, questi studi dovranno anche rispondere alla «domanda fondamentale» relativa alla durata della loro stessa copertura nei confronti della malattia, un dato tutt'altro che scontato e per il quale si possono ipotizzare tanto scenari estremamente positivi, ovvero una permanenza della copertura, quanto variabili meno fortunate «in cui la protezione immunologica contro il virus avrà una durata più transitoria e quindi implicherà strategie di ripetizione dello stimolo vaccinale fino all'ottenimento dell'eliminazione dell'epidemia. Quindi - ha chiosato Locatelli - se da un lato è rassicurante che grandi gruppi si stiano impegnando in tal senso, dall'altro è giusto dire cha mancano ancora dei mesi prima dell'arrivo di questi vaccini». Affrontando il tema della cosiddetta Fase 2, le cui modalità sono state definite tenendo presente «una galassia di parametri», Locatelli ha inoltre ribadito la necessità di non includere la scuola tra le attività previste nella ripartenza, in quanto potrebbe riportare l'indice di contagio «ben sopra l'1». Quella del 4 maggio, ha ribadito con forza il direttore del Css, «non è un "liberi tutti". Serve gradualità». In tale ottica va inteso «l'orientamento a consentire gli spostamenti solo in ambito intra-regionale. Piccole eccezioni - ha specificato Locatelli - evidentemente potranno essere considerate e messe in conto».

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