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Alfio Marchini ha speso 5 euro a voto

Carlantonio Solimene
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Cinque euro per ogni elettore. No, non è l'ennesimo scandalo della politica, non si tratta di voto di scambio. Ma di quanto ha speso Alfio Marchini per la sua pomposa - e poco fortunata - campagna elettorale per il Campidoglio. È il dato più curioso che emerge dai rendiconti delle spese elettorali depositati in questi giorni alla Corte d'Appello e svelati ieri dal Fatto Quotidiano. Vi si scopre che Virginia Raggi, ad esempio, ha dichiarato di aver speso in campagna elettorale 223.673 euro. Un dato non altissimo ma comunque lontano dalla presunta «morigeratezza» dei grillini, specie se si raffronta la cifra con quella dichiarata dalla collega torinese Chiara Appendino: poco meno di 65mila euro per una battaglia politica - contro il sindaco uscente Piero Fassino - assai più complicata rispetto a quella della Capitale. L'oscar del più «economo» va invece a Roberto Giachetti. Il candidato del Partito Democratico ha infatti dichiarato di aver speso per la campagna elettorale 104.352 euro, di cui circa mille di tasca propria e il resto per gran parte coperto dal partito. Si attesta sulle cifre della sindaca eletta Giorgia Meloni, che ha dichiarato di aver speso 222.311 euro, assai meno dei 280 mila ipotizzati all'inizio della campagna elettorale. Chi invece si è realmente svenato è stato Alfio Marchini, che ha dichiarato 720.397 euro di uscite, più del triplo della sindaca eletta, per una campagna elettorale basata soprattutto sull'occupazione degli spazi espositivi, dalle paline degli autobus ai pullman turistici. Peccato che simile esborso non si sia tramutato poi in un successo nelle urne. A conti fatti, i 143.829 voti conquistati da Marchini al primo turno delle Comunali sono «costati» cinque euro l'uno giusti giusti. Un abisso rispetto al rapporto «spesa/elettore» degli altri candidati. Giorgia Meloni, infatti, ha speso appena 0,82 centesimi per ognuno dei suoi 222.311 voti. Ma ancora meglio hanno fatto i due battistrada Raggi e Giachetti. Nel loro caso il confronto è un po' forzato, perché le spese andrebbero ulteriormente divise calcolando anche la campagna per il ballottaggio. Ma, ipotizzando il solo primo turno, Virginia Raggi ha speso meno di 50 centesimi a elettore e Roberto Giachetti soltanto 0,32 centesimi. Che poi il dato del Pd dimostri la poca voglia di investire in una corsa considerata compromessa fin dall'inizio è un altro discorso. Per avvicinarsi ai livelli di Marchini bisogna spostarsi nelle altri città. Stefano Parisi, candidato perdente del centrodestra a Milano, ha speso quasi un milione di euro per circa 250mila voti. Poco meno di quattro euro a elettore. Che è poi grosso modo quanto «investito» dal rivale del Pd Giuseppe Sala. Che, per lo meno, può consolarsi da Palazzo Marino.

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