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Gli errori dei magistrati e le vere colpe della politica

Marcello Veneziani
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La strage degli innocenti. Marino, Cota, Errani, Scaiola, via via risalendo. Così appaiono nei media i politici prima accusati, condannati e poi assolti. E i magistrati forcaioli appaiono i loro ingiusti persecutori e carnefici. Un quadretto di martiri un po' esagerato, come esagerata era la loro riduzione a mostri di corruzione, mafiosi dentro, delinquenti sfacciati. Hanno ragione a prendersela con l'invasione di campo di una magistratura malata di livore e di protagonismo, che vuol decidere le sorti dell'Italia e tenere sotto schiaffo la politica. Per fortuna non tutta la magistratura è così. Anche se a volte l'impressione che danno le sequenze di condanne come le sequenze di assoluzioni è che rispondano a fattori climatici ed emozionali, nell'uno come nell'altro caso. E fa ancora più paura, sapere che la giustizia è mossa da ondate emotive del momento. Ma il problema principale, prima che gli errori della magistratura, è un altro. Il criterio per valutare i politici è stato in questi anni falso e superficiale, dipeso quasi interamente da quel che più eccita, colpisce la gogna mediatica e il suo rimbalzo sui social. Per esempio, il problema di Marino non era aver portato a cena coi soldi del Comune un po' di gente, lo fanno tutti i potenti da sempre, è malcostume ma le cifre sperperate sono ridicole rispetto ai debiti in cui naufraga Roma. Il problema era vedere cosa stava facendo per Roma, se migliorava o peggiorava la città, se sapeva amministrare o no. E Marino fu un mezzo disastro. Ma il Pd non l'ha fatto saltare nemmeno per questo ma perché non era allineato al Re ed era screditato sui social e i media. Idem per Cota, l'assurda storia di un paio di mutande verdi è stato l'argomento decisivo per farlo cadere. E così altri. Basta una battuta, uno scontrino e si decide la sorte di una città, di una regione. Questa è la follìa e l'ingiustizia. Mai valutare l'intero, come amministra, i vantaggi e i danni per i cittadini, ma sempre il frammento, l'aneddoto, la battuta. Il modo di giudicare i politici è perfino più miserabile degli stessi politici accusati...

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