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I nuovi orizzonti dell'industria del gioco: il rapporto Luiss Business School-Ipsos

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Sono stato presentati oggi, martedì 14 febbraio, a Roma, a Villa Blanc, i risultati intermedi del secondo Rapporto di ricerca sul settore del gioco in Italia, nato dalla collaborazione tra Luiss Business School e Ipsos, nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati della scuola, e realizzato con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’incontro, introdotto da Raffaele Oriani, Dean della Luiss Business School, ha visto la partecipazione di Alberto Pozzolo, dell’Osservatorio Mercati regolati Luiss Business School, e Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader presso Ipsos. Sono intervenuti, inoltre, Livia Pomodoro, membro della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e Presidente dell’Advisory Board del Progetto, Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos, Italo Volpe, Vice Capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze e Alberto Petrucci, Ordinario di Economia Politica, Luiss Guido Carli. 

Lo studio conferma lo scenario emerso nel primo rapporto sul gioco in denaro dell’Osservatorio sui mercati regolati, evidenziando caratteristiche e particolarità di un settore che sta configurandosi sempre più come industry – ha dichiarato Raffaele Oriani, Dean Luiss Business School - Gli operatori svolgono un ruolo fondamentale per il presidio della legalità e per diffondere, attraverso azioni di informazione, una “cultura” del gioco sempre più responsabile e ludico”. 

Dopo aver delineato nelle precedenti analisi la dinamica del gioco in Italia dal 2019 ad oggi – che, come in altri settori, ha evidenziato una progressiva e ormai consolidata digitalizzazione dei comportamenti dei giocatori - il lavoro di ricerca si è focalizzato sul profilo dei giocatori, nei circuiti legali e illegali, e sui loro comportamenti, delineandone un vero e proprio identikit.

Rispetto agli ultimi dati di rilevazione relativi al 2022 si registra un incremento del 2,5% dei giocatori maggiorenni nei circuiti illegali rispetto all’anno precedente.  Dallo studio emerge che il giocatore che opera in circuiti illegali tipo è uomo (67%), mediamente giovane (l’età media è di 41 anni), occupato (73%), con figli minorenni (49%), ha competenze finanziarie ed è istruito (con titolo di studio pari o superiore alla laurea per il 26%). Inoltre, ha un tenore di vita dichiarato sopra la media e gioca prevalentemente per svago e per divertimento. 

Dalla ricerca rileva, poi, una nuova figura di giocatore: il giocatore dei circuiti illegali inconsapevole. Questo cluster che rappresenta un terzo dei giocatori che operano in circuiti illegali (pari al 4% della popolazione totale) considera del tutto inaccettabili le scommesse clandestine o i giochi illegali: se ne desume, quindi, che per loro vi sia un utilizzo dei canali illegali non del tutto consapevole.  Essi non sono in grado, quindi, di distinguere i luoghi legali dagli illegali per mancanza di sufficienti informazioni che consentano loro una migliore valutazione delle due offerte di gioco ma riconoscono nel settore del gioco legale una garanzia a propria tutela. 

 “Queste evidenze ribadiscono l’importanza di una comunicazione trasparente ed informativa sui rischi legati al gioco illegale – ha affermato Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos - Il giocatore informato sa riconoscere la differenza tra gioco legale e illegale, sia nell’offerta di gioco fisica che digitale, e può assumere, con maggiore probabilità, anche comportamenti responsabili.

L’incontro è stato anche l’occasione per ipotizzare alcune soluzioni per mettere il giocatore nelle condizioni di fare scelte consapevoli e responsabili. Tra queste è apparso fondamentale il ruolo delle aziende: i giocatori che percepiscono un forte impegno da parte delle imprese nello sviluppo di attività di legalità e protezione dei consumatori affermano, infatti, che il fenomeno dell’illegalità sia meno diffuso rispetto al resto della popolazione e, al contempo, ritengono più probabile scoprire e sanzionare i comportamenti illegali (46%).
 

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