Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il maestro Vandelli: "Il virus annienta l'arte e la nostra memoria"

  • a
  • a
  • a

"L’impossibilità di vivere il presente, anestetizzato dal distanziamento fisico ed emotivo, ci sta consegnando un Paese senza cultura e senza memoria. Se a una nazione togli i teatri, il cinema, le mostre e il colore dell’arte, lo condanni inevitabilmente a ‘morire’ nel silenzio”.

A sostenerlo è Marcello Vandelli, uno dei principali esponenti della Pop Art Contemporanea, con all’attivo mostre e riconoscimenti italiani e internazionali. “È giusto rispettare le regole – chiarisce l’artista - ma senza che queste diventino eccessivamente drastiche perché porterebbero a un depauperamento mentale dal quale sarebbe impossibile uscire. Le misure restrittive porteranno chi dipinge a misurarsi con se stesso ma un artista opera anche per il suo pubblico e persistendo questo atteggiamento, dubito che si andrà molto lontano".

Il Maestro, reduce da un successo che lo ha visto a Roma a Palazzo Velli, nel cuore di Trastevere, aprire la sua ennesima mostra accanto a Vittorio Sgarbi, si dichiara perplesso per l'improvviso senso di precarietà che sembra aver investito il mondo dell'arte. Pur annullando, a fronte delle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria nazionale, una mostra che avrebbe dovuto tenersi nella sua regione, annuncia un importante passaggio nella Capitale, unitamente a un evento in Umbria, con data ancora da destinarsi.

“L’Arte è un’espressione salvifica, capace di disconoscere gli ostacoli e dipingere non è qualcosa che investe solo l'artista, perché se un pittore non espone, non si affittano le location, non lavorano i grafici, si ferma persino la comunicazione. Dietro ogni forma di arte c'è un mondo, forse persino segreto, fatto di persone che in questo momento sono in seria difficoltà, di cui nessuno parla ma che auspico non venga mai dimenticato. Non parlo solo per me ma vorrei essere il megafono di un mondo che deve esprimere la propria voce. Con l’ultimo Dpcm e la chiusura di cinema, teatri, mostre e sale da concerto, infatti, si è inferto un colpo durissimo da sostenere per un settore già piegato dalla pandemia”.

Vandelli, definito da Paolo Levi il “maledetto angelico”, è sempre più convinto che non si possa prescindere dall’arte. “Visitare una galleria, assistere a un concerto di musica classica o restare in contemplazione davanti una tela, sono attività correlate con l’aumento del benessere personale. Negli ultimi due decenni, non a caso, c'è stato un notevole aumento della ricerca sugli effetti delle arti sulla salute e sul benessere, comprovati anche dall’Organizzazione Mondiale della Salute”.

Dai blog