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Droni sulla villa di Putin, attacco o false flag? Accuse incrociate Mosca-Kiev

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Foto: Ansa

Tommaso Manni
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In un momento di estrema fragilità per gli equilibri internazionali, il processo di pace tra Russia e Ucraina è stato scosso da un nuovo, inquietante capitolo che mescola accuse di terrorismo, diplomazia ad alto livello e la solita retorica del Cremlino. Al centro della tempesta la denuncia russa di un presunto attacco ucraino condotto con "91 droni" contro una delle residenze ufficiali di Vladimir Putin, un evento che Kiev nega categoricamente ma che Mosca sta già utilizzando come leva politica per irrigidire la propria posizione al tavolo dei negoziati "guidati" da Washington. E proprio il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivelato di aver avuto una telefonata da Putin nelle prime ore di ieri durante la quale il leader russo avrebbe esposto la sua versione dei fatti su questa sorta di "giallo" bellico, convincendo inizialmente l'inquilino della Casa Bianca. Trump, con la sua consueta schiettezza, ha dichiarato ai giornalisti di aver preso Putin "sulla parola", salvo poi ammorbidire la posizione di fronte alle smentite ucraine, ammettendo che l'attacco "potrebbe non essere mai avvenuto". Questa incertezza presidenziale riflette la complessità di una guerra dell'informazione che viaggia parallela a quella sul campo.

 

Secondo il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il primo a rendere pubblica la notizia, l'obiettivo dei droni (che sarebbero stati tutti abbattuti) sarebbe stata la residenza presidenziale di Valdai, un complesso fortemente fortificato e immerso nelle foreste dell'oblast' di Novgorod, nella Russia nordoccidentale.

L'Ucraina respinge le accuse di Mosca e replica che non sono state fornite prove non solo del coinvolgimento di Kiev nel presunto attacco, ma anche che questo sia avvenuto davvero. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha ha scritto usu X che "è passato quasi un giorno e la Russia non ha ancora fornito alcuna prova plausibile alle sue accuse di presunto 'attacco ucraino alla residenza di Putin'. E non lo farà. Perché non ce ne sono. Nessun attacco del genere è mai avvenuto", ha assicurato. "La Russia ha una lunga storia di false dichiarazioni: è la sua tattica distintiva", ha sottolineato. "Invitiamo tutti gli Stati ad agire responsabilmente e ad astenersi dal rispondere ad affermazioni non verificate, poiché questo compromette il costruttivo processo di pace che di recente sta facendo passi avanti", ha avvertito ancora il ministro.

 

Tuttavia il Cremlino non fornirà prove: "Non credo che ci siano prove che ci sia stato un attacco di droni di tale portata, che è stato abbattuto grazie al lavoro ben coordinato del sistema di difesa aerea", ha detto ai giornalisti il ​​portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La Russia "irrigidirà" la sua posizione negoziale nei colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina dopo il presunto attacco che Kiev nega, ha aggiunto Peskov. Mosca punta il dito su Kiev: il (presunto) raid sulla villa di Putin è stato un "atto terroristico" dell'Ucraina, volto a far fallire i negoziati di pace e le smentite da parte di Kiev sono "assurde",  ha dichiarato il portavoce del Cremlino.

Secondo Peskov, il presunto attacco non era diretto solo contro il presidente russo, "ma anche contro Trump", mirato a ostacolare gli sforzi del presidente statunitense per favorire una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Il portavoce, come detto in precedenza,  ha aggiunto: "Non ritengo che ci debba essere alcuna prova… se c'è stato un attacco di droni ed è stato abbattuto con successo dal nostro sistema di difesa aerea. Per i detriti non posso commentare: è un compito per i nostri militari". Peskov non ha rivelato dove si trovasse Putin al momento dell'attacco, definendolo "non oggetto di discussione pubblica". Riguardo alle smentite ucraine e alla copertura di alcuni media occidentali, Peskov ha affermato: "Sono affermazioni assurde, Zelensky stesso sta cercando di negare l'accaduto, e molti organi di stampa occidentali stanno diffondendo questa narrazione, facendo il gioco del regime di Kiev".

 

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