Gran Bretagna, l'espulsione dei migranti in Ruanda è realtà. Pugno duro sugli illegali
Il ministro dell’interno britannico, James Cleverly, è oggi in Italia per discutere di politiche per affrontare l’immigrazione illegale. Il suo arrivo coincide con l’approvazione, la notte scorsa da parte del Parlamento del Regno Unito, del disegno di legge che permette l’espulsione verso il Ruanda dei richiedenti asilo giunti illegalmente. Il voto conclude una lunga disputa fra la Camera dei Lord («alta») e quella dei Comuni. Annunciato due anni fa dal governo conservatore di Rishi Sunak e presentato come una misura faro della sua politica di lotta all’immigrazione clandestina, questo progetto mira a inviare in Ruanda i richiedenti asilo, da qualunque parte provengano, entrati illegalmente nel Regno Unito. Il provvedimento riguarda in particolare chi arriva dopo avere attraversato il Canale della Manica sui barche di fortuna.
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Sostenuto da un nuovo trattato tra Londra e Kigali che prevede il pagamento di ingenti somme al Ruanda in cambio dell’accoglienza dei migranti, il testo discusso in Parlamento tiene in conto anche le richieste della Corte Suprema, che lo scorso anno aveva ritenuto illegale il progetto iniziale a novembre. La Camera dei Lord, dove i conservatori non hanno la maggioranza, ha ritardato l’adozione definitiva del testo rinviandolo costantemente alla Camera dei Comuni con emendamenti, che sono stati poi sistematicamente respinti dai deputati. Una manovra dilatoria conosciuta come «ping pong parlamentare». I Lord chiedevano in particolare che il Ruanda non venisse considerato un paese sicuro finché non lo avesse stabilito un organismo di controllo indipendente, oltre a chiedere che gli agenti, gli alleati e i dipendenti del Regno Unito all’estero, compresi gli afghani che combattevano a fianco delle forze armate britanniche, fossero esentati dal trasferimento. Alla fine, la Camera alta, i cui membri non sono eletti, ha deciso di conformarsi alla volontà della Camera dei Comuni designata a suffragio universale e ha deciso di non modificare più il testo, garantendone l’entrata in vigore.
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Lunedì scorso, Rishi Sunak aveva assicurato che il suo governo era «pronto» a trasferire i richiedenti asilo in Ruanda entro 10-12 settimane, una volta adottata la legge. La posta in gioco è elettorale anche per il Primo Ministro, in carica per 18 mesi: il suo partito conservatore è dato per perdente nelle prossime legislative di inizio 2025. Il disegno di legge del governo è oggetto di forti critiche da parte dell’opposizione laburista, dalle associazioni di aiuto ai migranti, dal capo della Chiesa anglicana e persino dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk, che ritiene che vada «contro i principi fondamentali dei diritti umani».