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Houthi, il retroscena del capitano della Duilio: “Autodifesa, ecco dov'era il drone”

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La nave italiana Caio Duilo ha abbattuto negli scorsi giorni un drone degli Houthi, con il primo vero evento di scontro diretto con i ribelli dello Yemen da quando il mezzo della Marina Militare si è posizionato nel Mar Rosso. A raccontare il dietro le quinte dell’operazione è il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, comandante della Duilio, intervistato dal Corriere della Sera: “Eravamo in pattugliamento a sud, nel tratto prospiciente alle coste yemenite, in acque internazionali. A un tratto c’è arrivato un ‘eco radar’ sconosciuto, il segnale era a 8 miglia di distanza. Un profilo in movimento, a bassa quota e in rapido avvicinamento. Minaccioso. Un drone? Un missile? Un aereo? Così, prima gli abbiamo lanciato delle chiamate di avvertimento, invitandolo a cambiare rotta. Nessuna risposto, poi abbiamo usato le telecamere a infrarossi del radar di tiro. Quando il profilo è arrivato a 6 miglia, abbiamo visto che non era un aereo alleato. I sensori di bordo hanno inquadrato un drone della stessa tipologia e comportamento di quelli che nei giorni scorsi si sono resi autori degli attacchi al traffico mercantile in area. A quel punto era ormai a 4 miglia, non c’era altro da fare. Così ho preso la decisione”.

 

 

Cosa ha spinto Quondamatteo ad abbattere il vettore yemenita? Ecco la risposta: “Dovevo difendere la mia nave e il mio equipaggio e ho dato il comando all’operatore del radar di tiro, il cannone di prora dritta ha sparato 6 colpi, dopo pochi secondi l’apprezzamento ottico ci ha confermato l’abbattimento. Nave Duilio ha reagito per autodifesa”. “I 234 membri del mio equipaggio, uomini e donne, affrontano quaggiù enormi sacrifici per proteggere i mercantili”, la sottolineatura del capitano.

 

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