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Usa, maxi-sequestro di armi Houthi: i navy seal inchiodano l'Iran

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attacchi nel mar rosso

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Gli attacchi degli Houthi contro le navi mercantili nel Mar Rosso stanno attirando l'attenzione tanto degli attori bellici del Medio Oriente quanto quella dei Paesi europei. Il gruppo armato dello Yemen deve cessare di mettere dei paletti alla libertà di navigazione. Questo è quanto l'Occidente ritiene giusto. Intanto, però, "un cargo battente bandiera maltese e di proprietà greca è stato preso di mira e colpito da un missile mentre transitava nel Mar Rosso meridionale in direzione nord", ha riferito la società britannica di sicurezza marittima Ambrey. Da giorni ci si chiede se dietro a questi attacchi ci sia l'Iran. Ora, stando a quanto riporta un articolo dell'Ansa, il comando centrale degli Stati Uniti, attraverso un post su X, ha reso noto che in un'operazione i Navy seal statunitensi, supportati da aerei, elicotteri e droni, "hanno abbordato un'imbarcazione vicino alla costa della Somalia nelle acque internazionali del Mar Arabico e hanno sequestrato missili e componenti di fabbricazione iraniana che avrebbero dovuto rifornire le milizie Houthi dello Yemen". 

 

 

Secondo quanto si apprende, tra le armi sequestrate ci sarebbero anche dei missili da crociera, gli stessi che il gruppo armato dello Yemen ha usato per colpire navi commerciali nel Mar Rosso. Quello avvenuto l'11 gennaio, ha dichiarato il Comando centrale degli Stati Uniti su X, è il primo sequestro di armi convenzionali avanzate letali fornite dall'Iran agli Houthi yemeniti dall'inizio degli attacchi a navi cargo nel Mar Rosso, da novembre 2023. "È chiaro che Teheran continua a inviare aiuti letali agli Houthi. Questo è un altro esempio di come l'Iran semini attivamente instabilità in tutta la regione in diretta violazione della risoluzione 2216 sulla sicurezza delle Nazioni Unite e del diritto internazionale", ha affermato il generale Usa Michael Erik Kurilla, "continueremo a lavorare come partner regionali e internazionali per denunciare e interdire questi sforzi e, in definitiva, ristabilire la libertà di navigazione". 

 

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