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Scozia, l'isola del Natale va controcorrente: quando festeggia il Natale

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Alessandra Zavatta
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C'è un'isola nell'arcipelago delle Shetland, in Scozia, che festeggerà il Natale soltanto tra due settimane. A Foula, trenta abitanti incastonati in un villaggio abbracciato dal Mare del Nord, è ancora in vigore il calendario giuliano, quello promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C., basato sulle fasi lunari e le stagioni. Nel 1752 la Gran Bretagna, con quasi due secoli di ritardo, ha adottato il calendario gregoriano, emanato da Papa Gregorio XIII nel 1582 per correggere gli errori fatti dagli Antichi Romani che rendevano di fatto l'anno solare "più corto" di 13 giorni. A Foula gli abitanti, che non si considerano scozzesi né tantomeno inglesi ma eredi della civiltà norrena e vichinga, hanno voluto restare fedeli al calendario di Cesare. Pur essendo cristiani di fede anglicana, come gli Ortodossi festeggiano la nascita di Gesù il 7 gennaio. Quando la Russia, dopo la Rivoluzione d'Ottobre, passò dal calendario giuliano a quello gregoriano, le festività religiose rimasero ancorate al vecchio almanacco. Si scelse di non sconvolgere le tradizioni. Anche Foula ha deciso di restare legata al passato. "Sono tutti gli altri che sono cambiati, non noi", sostengono gli abitanti che fanno riferimento proprio alla Russia: "Non siamo gli unici. Anche a Mosca il Natale si celebra il 7 gennaio e quel giorno si scambiano auguri e doni".

 

 

 

E, di conseguenza, Newerday, come viene chiamato Capodanno nelle Shetland, cade una settimana dopo. Nella piccola e gelida Foula, cento miglia a nord della Scozia continentale, alla stessa latitudine della Groenlandia, nessuno è disposto a rinunciare al Natale il 7 gennaio. L'isola è così remota e battuta da onde violentissime che qualche anno fa il ministro della Chiesa di Scozia, il reverendo Tom Macintyre, dovette imbarcarsi tre volte per raggiungere Foula  per la messa di Natale e tre volte dovette rinunciare. La tempesta cancellò la messa ma non la voglia di festeggiare degli isolani.

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