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Medio Oriente, Netanyahu ritira i negoziatori: raggiungeremo i nostri obiettivi

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Un nuovo cessate il fuoco temporaneo fra Israele e Hamas sembra sempre più lontano, e con esso il ritorno a casa degli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Il governo israeliano ha infatti dato l'ordine al Mossad di far rientrare in patria il team di negoziatori che si trovava a Doha in Qatar perché i colloqui con Hamas sono "a un punto morto". E, mentre i bombardamenti su Gaza hanno ripreso vigore, le due parti in causa si sono scambiate accuse reciproche. "Hamas rifiuta di rilasciare 15 donne e due bambini tenuti in ostaggio", ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. "In nostro possesso abbiamo solamente uomini e soldati", ha risposto prontamente il capo dell'ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri.

 

 

L'esponente dell'organizzazione che ha il controllo della Striscia di Gaza ha aggiunto che non ci sarà nessun nuovo rilascio di ostaggi "senza un cessate il fuoco permanente e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi". Per tentare di dare nuova linfa alle mediazioni è previsto l'arrivo in Qatar di Emmanuel Macron. Il presidente francese ha invitato Israele a chiarire i suoi obiettivi in quanto - a suo dire - la distruzione di Hamas comporterebbe "dieci anni di guerra". Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dal canto suo ha ribadito che Israele andrà avanti con la sua operazione nella Striscia di Gaza "fino a quando tutti gli obiettivi non saranno stati raggiunti".

 

 

Con la ripresa delle ostilità è tornato a salire anche il conteggio delle vittime. Secondo l'ultimo bilancio fornito dal ministero della Sanità della Striscia dallo scorso 7 ottobre sarebbero morte 15.200 persone, di cui il 70% donne e bambini. Hamas ha denunciato la morte di trecento palestinesi in un attacco sul quartiere di Shejaiyeh nella parte orientale di Gaza City dove sarebbero stati bombardati oltre 50 edifici residenziali. Il ministero dell'Istruzione di Gaza ha comunicato che fra le vittime dei raid israeliani c'è anche Sufian Tayeh, direttore dell'università islamica di Gaza e stimato ricercatore a livello internazionale nel campo dell'astronomia e dell'astrofisica. La guerra ha ripreso vigore anche su altri fronti, quello libanese e quello siriano, dove Israele ha effettuato un attacco aereo nei pressi di Damasco.

 

 

A tal proposito l'Iran ha annunciato che due membri dei Pasadaran che - secondo Teheran - erano in Siria come consiglieri militari - sono rimasti uccisi. E' proseguita infine la diatriba verbale fra Israele e Turchia. Il leader di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, ha detto che l'opportunità di trovare la pace è stata persa "a causa dell'approccio intransigente di Israele" e che uno scenario dove si preveda la distruzione di Hamas è irrealistico. Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha risposto ironicamente che "i terroristi di Hamas in fuga da Gaza" saranno "i benvenuti" in Turchia in quanto la Striscia sarà "liberata" dall'esercito israeliano.

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