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Javier Milei, la ricetta per l'Argentina e l'abbraccio di Trump: "Orgoglioso"

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L'Argentina decide di abbandonare il peronismo e di affidarsi all''anarco-capitalista' Javier Milei come nuovo presidente. Il vulcanico economista 53enne ha sconfitto nettamente al ballottaggio l'attuale ministro dell'Economia, Sergio Massa, conquistando il 55,7% delle preferenze contro il 44,2% del rivale. Una scarto che ha destato scalpore, visto che i sondaggi stimavano il vantaggio di Milei attorno al 3-4% e Massa si era aggiudicato il primo turno con sei punti di vantaggio. Il leader di 'La Libertad Avanza' ha invece fatto segnare il margine di vittoria più ampio in una corsa alla Casa Rosada dal ritorno del Paese sudamericano alla democrazia nel 1983. Massa ha ammesso la sconfitta ancor prima che venissero divulgati i risultati ufficiali, facendo scatenare la festa dei sostenitori dell'avversario.

"E' un giorno storico. La ricostruzione dell'Argentina inizia oggi", ha dichiarato Mieli subito dopo la vittoria. 'El loco' ('il pazzo'), soprannome che gli venne dato a scuola per il suo carattere fumantino, ha parlato di un lavoro che "non sarà facile" e richiederà "cambiamenti drastici e urgenti", senza spazio "per le mezze misure". In campagna elettorale Milei, che spesso si è presentato ai comizi brandendo una motosega come simbolo del taglio della spesa pubblica, ha promesso la 'dollarizzazione' dell'economia e la chiusura della Banca centrale, in un Paese nella morsa di un'inflazione al 140%. Nei suoi interventi pubblici il neo eletto presidente si è anche definito 'professore' di sesso tantrico e ha dichiarato di non essere contrario alla vendita di organi perché, a suo dire, nessuno può impedire ad altri di fare "quello che vuole con la sua vita".

 

Al fianco dell'uomo che ha dichiarato di voler fare tabula rasa della "casta" ci saranno due donne, una nel ruolo di spin doctor e una in quello di vicepresidente. La prima è la sorella Karina, con cui ha un rapporto molto stretto, la seconda è Victoria Villuarel. La 48enne è figlia di un militare e ha fatto affermazioni sulla dittatura argentina nelle quali ha minimizzato i crimini commessi dalla giunta. La vittoria di Milei è stata accolta con soddisfazione dai massimi esponenti della destra a livello globale. "Sono molto orgoglioso di te. Trasformerai il tuo Paese e renderai davvero di nuovo grande l'Argentina", ha detto Donald Trump, uno dei primi a congratularsi con il nuovo presidente. "La speranza torna a splendere in Sudamerica", gli ha fatto eco Jair Bolsonaro, auspicando che "questo buon vento possa raggiungere gli Stati Uniti e il Brasile".

Dall'Europa si è alzata la voce del leader di Vox, Santiago Abascal. "Oggi si apre per gli argentini e per tutta l'America Latina un cammino di futuro e di speranza, che celebriamo in Spagna con speciale gioia", ha affermato il leader dell'estrema destra di Madrid. Messaggi di disponibilità a "sviluppare relazioni" sono giunte anche dalla Russia e dalla Cina, due Paesi con cui Milei è sempre stato molto freddo. Fin dall'inizio della campagna elettorale il neo presidente argentino ha parlato di un allineamento con il "mondo libero", facendo esplicito riferimento a Stati Uniti e Israele. E proprio l'impegno "a favore dei diritti umani, dei valori democratici e della trasparenza" è stato il cuore del messaggio inviato dalla Casa Bianca a Milei. Resta da vedere anche come evolveranno i rapporti fra il nuovo leader di Buenos Aires e la Santa Sede. In passato Milei ha criticato pesantemente Papa Francesco, salvo poi fare marcia indietro dicendosi pronto ad accoglierlo in Argentina, dove non è mai tornato da quanto è stato eletto pontefice, con gli onori che si riservano a un capo di Stato.

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