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Putin, alta tensione per gli attacchi in Russia: "Evitare la destabilizzazione"

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Fare «di tutto» per evitare «la destabilizzazione» della Russia e impedire ai «malvagi che stanno compiendo sforzi per scuotere la situazione all’interno della Federazione» di riuscire nei loro intenti. È il monito lanciato da Vladimir Putin in un incontro con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza russo. Parole che spiegano la tensione che si respira dalle parti di Mosca. Gli attacchi sul territorio russo infatti sono ormai all’ordine del giorno. L’ultimo nella regione di Belgorod ha causato la morte di due persone. Il Cremlino continua a ribadire che al momento l’opzione di un dialogo con Kiev «non esiste» e mette in guardia l’Occidente dall’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato.

«Sarebbe una delle principali fonti di problemi per gli anni a venire», dichiara il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Kiev spera sempre in un futuro all’interno dell’Alleanza, pur rimanendo consapevole che non potrà accadere a breve termine. «Non ci sarà alcuna adesione alla Nato mentre la guerra è in corso. Non perché non lo vogliamo, perché è impossibile», dice Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino invece è decisamente più ottimista per quanto riguarda la controffensiva sul campo di battaglia. «È difficile per me dire come sarà, non è un film - argomenta - .a cosa principale è che la Russia la veda e la senta. Quando succederà lo capirete». In occasione della Festa della Repubblica il presidente ucraino riserva un pensiero speciale anche all’Italia ringraziandola per la «solidarietà» e il «pieno supporto». «Insieme - scrive sui social media - raggiungeremo il nostro obiettivo comune: una pace giusta e sostenibile in Europa e nel mondo».

Nel ruolo di attore neutrale ma molto interessato resta la Cina. Pechino assicura di voler continuare a cercare «una risoluzione pacifica» e smentisce ancora una volta le indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui nel piano di pace cinese per l’Ucraina ci sarebbe, oltre alla proposta di un cessate il fuoco immediato anche il riconoscimento dei territori occupati dai militari di Mosca come parte della Russia. Il rapporto «non è in linea con la verità», afferma il rappresentante speciale per gli affari eurasiatici Li Hui. Proprio in Cina si sarebbe recato lo scorso maggio in gran segreto il capo della Cia, Bill Burns nel tentativo di «sciogliere» le tensioni nei rapporti fra Washington e Pechino. Per il Financial Times il numero uno dell’intelligence americana avrebbe incontrato alti funzionari degli 007 cinesi

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