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Macron attacca l'Italia per coprire i suoi disastri in Francia

Francesca Musacchio
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Mentre la diplomazia è al lavoro per ricucire lo strappo delle scorse settimane, la Francia lancia una nuova bomba sull’Italia. Dopo le parole dei ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ieri è stata la volta di Stéphane Séjourné, presidente del partito di Emmanuel Macron, Renaissance, che è tornato ad attaccare l’Italia sulla gestione dell’immigrazione a suo dire condotta con «una politica ingiusta, disumana e inefficace sull'immigrazione clandestina, fatta di demagogia. Dobbiamo denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza». E le parole di Sejourne tradiscono un certo nervosismo per una crisi interna sociale ed economica che rischia di mettere in seria difficoltà il governo di Macron. Con Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National, da sempre critica sulla gestione dell’immigrazione, è già partito il duello per le europee. E per i media francesi, le elezioni potrebbero trasformarsi in un test di metà mandato come negli Stati Uniti, visto anche il malcontento generato dalla riforma delle pensioni che ha portato nelle piazze francesi migliaia di manifestanti con proteste anche violente.

 

 

A peggiorare la già difficile situazione di Emmanuel Macron, ci pensano i migranti che spingono lungo il confine tra Italia e Francia. I flussi che da Ventimiglia sconfinano a Mentone sono sempre più intensi e la polizia francese fa fatica a contenerli. Il tema dell’immigrazione, dunque, preme sul governo francese e secondo Le Figaro, Macron si serve del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, come uno spauracchio contro il Rassemblement National di Marine Le Pen. Nonostante proprio Le Pen abbia più volte sottolineato le differenze che la separano da Meloni, spiegando che non è la sua «sorella gemella», l’affinità di vedute che esiste con Fratelli d’Italia sul tema dell’immigrazione è sufficiente per mettere in guardia il presidente francese e il suo partito. E così, dopo la visita a Parigi annullata la scorsa settimana dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al momento qualche dubbio esiste anche per quello del premier che dovrebbe avvenire tra giugno e luglio. In queste condizioni, infatti, è difficile per la diplomazia preparare l’incontro all’Eliseo tra Meloni e Macron. Nonostante il dialogo non si sia mai interrotto, le dichiarazioni che arrivano da esponenti del governo francese non aiutano.

 

 

Una relazione tormentata quella tra Italia e Francia, dunque, che con l’insediamento del governo Meloni sembra essersi acuita. L’immigrazione, infatti, è uno dei talloni di Achille della Francia che ha fallito l’integrazione. Prova ne sono le banlieue e l’idea di Macron, lanciata nel 2020, di dichiarare guerra all’Islam politico che nel paese ha conquistato terreno, creando delle vere e proprie aree dove vige la sharia e dove gli insegnanti vengono minacciati e uccisi se nelle scuole trasmettono messaggi contrari a quelli imposti dalla religione. Dunque è questo l’ambiente in cui nasce e si sviluppano le dichiarazioni che arrivano dalla Francia contro la Meloni. E probabilmente, come sostiene lo storico Marc Lazar, studioso della politica italiana, in un commento pubblicato dal quotidiano Le Figaro, «queste tensioni continueranno soprattutto nella prospettiva delle elezioni europee 2024».

 

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