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Messi minacciato, biglietto e spari contro il supermercato della moglie

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L'uomo dei sogni che nemmeno tre mesi fa era portato in trionfo come una divinità finisce nel mirino della mafia entrando nel più buio degli incubi. Spari e minacce sono stati lanciati all'indirizzo di Lionel Messi e la sua famiglia, vittime di un chiaro atto intimidatorio da parte della malavita organizzata argentina. Secondo quanto riportano i media locali, nella città di Rosario 14 colpi di arma da fuoco sono stati sparati, alle tre del mattino da due persone a bordo di una moto, contro la facciata di un supermercato di proprietà della famiglia di Antonella Roccuzzo, moglie della 'Pulce' che ha trascinato l'Argentina al titolo mondiale.

Gli attentatori avrebbero lasciato sul posto un bigliettino con una minaccia diretta allo stesso capitano della 'Seleccion': "Messi ti stiamo aspettando, Javkin è un narco, non ti proteggerà”. Il riferimento è a Pablo Javkin, sindaco di Rosario, città che da diverso tempo soffre di una diffusa presenza della criminalità organizzata legata al traffico di droga al punto da essere soprannominata "la Chicago argentina".

Solo un mese fa, lo stesso Javkin aveva fornito una dura descrizione di quanto sta avvenendo per le strade della sua città. Il terremoto politico causato dall'avanzata della droga a Rosario, è costata il posto al ministro della Sicurezza di Santa Fe. Il sindaco ha più volte ripetuto nelle scorse settimane l'assenza adeguata di autopattuglie. "A Rosario ce ne sono pochissime libere disponibili, la metà, minimo, di quelle che sarebbe necessario avere", ha dichiarato il primo cittadino di Rosario, città natale di Messi, parlando con l'emittente argentina Radio Mitre. "Mi sono stancato di ripeterlo, ma devo dirlo: non ho la Polizia Municipale. E dove sono le forze dell'ordine?", ha insistito. Il supermercato 'Unico' preso di mira, è gestito da uno dei cugini della moglie del capitano della Nazionale argentina, Lionel Messi. Tutti i proiettili hanno colpito le vetrine della struttura. Un avvertimento che si intreccia con una serie di problemi di ordine pubblico che stanno mettendo in ginocchio la città di Rosario dove da due settimane si sono registrati scontri con le forze dell'ordine sulla gestione e il controllo del territorio. Il sindaco ha seminato dubbi sull'operato delle forze dell'ordine insistendo sul fatto che "è molto infido" quanto accaduto: "Quale notizia più importante si può generare se si vuole creare il caos in città?", si è chiesto il sindaco.

La vicenda di cronaca proveniente dall'Argentina porta alla mente un'altra minaccia che Messi subì, nel 2017. A pochi mesi dal via del Mondiale del 2018 in Russia, gli estremisti islamici dell’Isis lanciarono messaggi intimidatori utilizzando una foto del campione argentino, in cui si vede il giocatore, allora del Barcellona, piangere lacrime di sangue dietro le sbarre di una prigione. A corredo dell’immagine, la frase: "State combattendo uno stato che non conosce la parola fallimento nel suo dizionario".

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