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Gleb Pavlovsky, è morto a Mosca l'ex consigliere di Putin: Da fedelissimo a oppositore

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È morto a Mosca lo scienziato politico Gleb Pavlosky. Da ex importante consigliere di Vladimir Putin al licenziamento alle critiche contro il Cremlino. Aveva 71 anni l'ex dissidente sovietico coinvolto anche nella fallita campagna presidenziale del 2004 di Viktor Yanukovich in Ucraina. Fino al 2011 aveva collaborato con l’amministrazione presidenziale della Russia.

La sua scomparsa, in seguito a grave malattia, è stata resa nota da Simon Kordonsky dell'Alta scuola di economia di Mosca al quotidiano russo Vedomosti. Nato a Odessa, Pavlosky aveva attivamente sostenuto i politici filorussi in Ucraina, ricorda Ukrainska Pravda. Dissidente politico durante l'era sovietica, Pavlosky era stato esiliato nella repubblica russa orientale di Komi negli anni Ottanta.

Alla fine degli anni Novanta diventò uno stretto consigliere dello zar tramite la sua Fondazione per la politica efficace che gestì la prima campagna elettorale del futuro leader russo. Ebbe poi un ruolo di primo piano nello sviluppo della "democrazia gestita" grazie alla quale il leader del Cremlino riuscì a far marginalizzare, esiliare o arrestare tutti i possibili rivali politici, ricorda Moscow Times. Ma nel 2011 cadde in disgrazia, probabilmente perché era favorevole a un secondo mandato presidenziale di Dmitry Medvedev invece del ritorno di Putin alla presidenza.

Da allora Pavlosky era diventato un critico del Cremlino, rivelando gli intrighi dietro le quinte. "Putin è stato fortunato. Questo è molto pericoloso per un giocatore, perché gli fa credere di avere la fortuna dalla sua parte - aveva detto Pavlosky al Financial Times dopo l'invasione dell'Ucraina - Quando giochi alla roulette russa, pensi che Dio sia dalla tua parte fino a quando non parte la pallottola". 

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