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Tregua di 36 ore ma pace lontana. La mossa di Putin e la reazione ucraina

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Vladimir Putin ha ordinato una tregua di 36 ore per il Natale ortodosso. E' il primo stop su larga scala, almeno sulla carta, dallo scoppio del conflitto in Ucraina lo scorso 24 febbraio. Il leader del Cremlino ha fatto suo l'appello lanciato in mattina dal patriarca Kirill. I soldati di Mosca non dovranno imbracciare le armi dalle 12 del 6 gennaio alle 24 del 7 gennaio. Il Cremlino ha chiesto a Kiev di fare altrettanto, ma la risposta è stata dura. Secondo gli ucraini si tratta di "una trappola cinica", che non deve essere assecondata.

 

A esplicitare ancora meglio il pensiero di Kiev è Mikhaylo Podolyak, influente consigliere del presidente Zelensky, che detta le condizioni: "Primo: l'Ucraina non attacca il territorio straniero e non uccide i civili come fa la Russia. L'Ucraina distrugge solo i membri dell'esercito di occupazione sul suo territorio. Secondo: la Russia deve lasciare i territori occupati, solo allora avrà una 'tregua temporanea'". Nemmeno il presidente americano Joe Biden ritiene che quella di Vladimir Putin sia una scelta distensiva: "Credo che cerchi solo di trovare un po' di ossigeno".

 

Questo mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha portato avanti i suoi sforzi diplomatici sentendo al telefono sia Putin che Zelensky. Il leader di Ankara si dice "pronto a mediare per l'instaurazione di una pace duratura". Putin, dal canto suo, sottolinea il ruolo "distruttivo" dell'Occidente nel conflitto e si dice pronto al dialogo a condizione che le autorità di Kiev "soddisfino le richieste ben note e più volte espresse e tengano conto delle nuove realtà territoriali". Una richiesta irricevibile da parte ucraina. Resta aperta anche la questione relativa alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove - secondo Kiev - "non ci dovrebbero essere invasori". Erdogan ne ha parlato con Zelensky dicendosi disponibile a portare un "contributo diplomatico" per "accelerare" il processo di smilitarizzazione.

 

In attesa di capire se la tregua potrà dare un po' di respiro alla popolazione ucraina, a Beryslav, nella regione di Kherson, una granata ha colpito una casa e ucciso un'intera famiglia composta da madre, padre e un figlio di 12 anni. Altri due morti si registrano nella regione di Zaporizhzhia, mentre la battaglia a Bakhumt, nel Donetsk, "ha lasciato il 60% della città in macerie", ha spiegato il governatore locale Pavlo Kyrylenko. A testimoniare le difficoltà dell'esercito russo il racconto di un militare ucraino impegnato sul fronte di Kharkiv, secondo cui i russi 'svestono' i compagni morti di documenti e gradi. Una pratica che, secondo i militari di Kiev, viene usata non solo per evitare le identificazioni, ma soprattutto perché Mosca "non vuole mostrare le sue reali perdite". Così facendo, questi militari verrebbero registrati solamente come "scomparsi", impedendo anche che il corpo torni a casa dai parenti.

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