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Russia Ucraina, l'avvertimento di Crosetto: "Non ci faremo intimidire da Mosca"

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Pieno appoggio all'Ucraina e fedeltà alla posizione atlantica. Il neo ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un'intervista a La Stampa spiega chiaramente la posizione dell'Italia nello scacchiere internazionale. "Sul sostegno militare all'Ucraina oggi si fanno scelte che peseranno sui prossimi decenni" sottolinea Crosetto che precisa come "la posizione atlantista è anche nel nostro interesse nazionale. Ci sono momenti nella storia in cui occorre schierarsi senza se e senza ma, anche se non è facile, anche se la scelta se ti lascia l'amaro in bocca. In questo caso, l'amaro sarebbero le sanzioni di ritorno che ci penalizzano. E questo è uno di quei momenti storici".

Sulle colonne de La Stampa il ministro avverte: "Anche se questo posizionamento significherà pagare dei prezzi, uno dei quali è l'ulteriore innalzamento della tensione diplomatica tra Italia e Russia non ci faremo intimidire" spiega aggiungendo che "non è immaginabile di cedere al ricatto della Russia" perché inoltre "neanche ci converrebbe". Il ragionamento di Crosetto ricalca il discorso di replica al Senato del premier Meloni.  "L'1,5% del nostro export va, o meglio andava verso la Russia, contro l'80% che va in Occidente. Dove pende l'interesse nazionale, secondo voi? Fatta questa scelta di fondo, tutto il resto è conseguente. Però Giorgia Meloni ha detto anche una cosa in più: siccome siamo parte di una comunità che è l'Occidente, e noi abbiamo fatto la nostra scelta di campo, l'Occidente deve anche pensare che alcuni Paesi pagano di più questa scelta e altri la pagano di meno. E ci si deve porre il problema". Anche perché "questo governo nasce con l'ambizione di guardare lontano, non alla prossima settimana o prossimo mese. E penso che sulla politica estera e di difesa questo governo si muoverà assolutamente compatto".

Secondo Crosetto una ripartizione più equa degli oneri potrebbe essere quella del gas liquefatto che gli Stati Uniti ci vendono. "Mi basterebbe che potesse essere acquistato qui da noi allo stesso prezzo con cui è venduto negli Usa. Il modo per arrivarci va studiato, ma è un tema da esplorare" continua il ministro. E per quanto riguarda la possibilità di ritrovarsi in uno scenario bellico Crosetto ricorda: "Guardi che lo siamo già da decenni, anche se pochi se ne rendono conto. È da almeno venti anni che si parla della centralità del Mediterraneo, per traffico di merci, rotte dell'energia, cavi per telecomunicazioni". Per questo il ministro ha già dato mandato di organizzare una telefonata di saluto con i suoi rispettivi omologhi europei, dei paesi che fanno parte della Nato ma anche di quelli che semplicemente si affacciano sul Mediterraneo. Poi una precisazione su chi lo attacca per il presunto conflitto di interessi. "Lo ripeto: fino a pochi giorni fa, io ero dell'idea di restare fuori da questo governo. Non pensavo di rientrare in politica. Se avessi voluto, mi sarebbe stato facile farmi candidare. Invece non mi sono candidato. Però Meloni ha insistito e alla fine alla sua richiesta ho detto di sì. Perché è un onore. Ma anche, lo voglio dire forte, perché penso di essere all'altezza. Sono 12 anni che mi occupo di difesa da più punti di vista: dal ministero, dal Parlamento, dall'industria. Conosco bene i problemi. Chi, come Conte o Licheri, parla di conflitti, non sa di che cosa parla. Chi si occupa di industria della Difesa, ha un mandato dagli Esteri e dalla Difesa. Si viaggia assieme ai ministri, ai sottosegretari, ai capi di Stato maggiore, accompagnati dai Servizi. Si è un pezzo dello Stato, senza esserlo. E così io mi sono considerato fino ad oggi: al servizio dello Stato, senza esserne parte. Oggi ho lasciato ogni mia (legittima) attività privata e lavorerò solo per lo Stato" conclude. 
 

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