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Guido Crosetto sulle armi all'Ucraina: il Parlamento deve essere unito

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Il co-fondatore di Fratelli d'Italia e neo ministro della Difesa traccia le linee strategiche di azione del nuovo governo Meloni. Dalle armi all'Ucraina all'eredità del governo Draghi: Crosetto chiede al Parlamento italiano l'unità necessaria in una fase delicata come quella che stiamo vivendo. «Per la prima volta abbiamo un presidente del Consiglio che disegna un orizzonte di 10 anni con un discorso serio, di alto livello. Ha fatto un atto di coraggio, serietà e lungimiranza, senza pensare se sarà rieletta ma pensando a fare le cose giuste per il Paese anche se all’inizio forse non tutte saranno comprese». Così al Corriere della Sera Guido Crosetto, ministro della Difesa nonché uno dei fondatori di Fratelli d'Italia, per il quale «non dobbiamo necessariamente bloccare tutte le cose che ha fatto Draghi. Quelle buone devono essere portate avanti e quelle che non sono state condivise possono essere lasciate cadere».

Sul tema delle armi all’Ucraina, ovvero se le dotazioni saranno simili alle precedenti o ci saranno anche difese antiaeree, il ministro spiega che «è prematuro» parlarne adesso. «Non si può rispondere prima che ci siano stati questi incontri. Meloni parlerà con gli altri presidenti dell'Unione europea e insieme si deciderà la linea dei prossimi mesi, com'è stato quando a Palazzo Chigi c’era Draghi».

 

 

 

Giuseppe Conte ha già dichiarato che non voterà il prossimo invio di armi all’Ucraina, e questo per Crosetto «sarà un problema, nel senso che su temi così importanti sarebbe meglio avere il Parlamento unito. Conte dovrà spiegare perché ha deciso di assumere una posizione diversa, visto che il M5S l’invio di armi lo ha votato». 

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