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Gas, il tetto al prezzo in Europa non c'è: nuovo buco nell'acqua

Angela Barbieri
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Ancora nessun accordo sul prezzo al tetto del gas. L'unico intervento che farebbe davvero risparmiare sulle bollette. I ministri dell'Energia della Ue si limitano ad approvare le misure proposte dalla Commissione: tetto ai profitti delle aziende che producono energia elettrica da fonti rinnovabili e taglio dei consumi nei singoli Stati.

L'accordo politico siglato ieri, infatti, prevede i famosi risparmi obbligatori dielettricità nelle fasce di picco, un tetto ai ricavi delle imprese che producono elettricità con nucleare e rinnovabili, e un contributo di solidarietà a carico delle imprese petrolifere e del gas che stanno realizzando grandi profitti in questi mesi grazie ai rincari dei combustibili fossili.

«Oggi abbiamo aggiunto alcune tessere al puzzle, ma di sicuro non sono le ultime», ha detto il ministro ceco dell'Energia Jozef Sikela. Gli Stati membri dovranno identificare le fasce orarie in cui i consumi sono ai massimi nel periodo che va dal primo dicembre 2022 al 31 marzo 2023, per ridurli obbligatoriamente di almeno il 5% rispetto alla media degli anni precedenti, perseguendo contemporaneamente un obiettivo complessivo, non obbligatorio ma facoltativo, di tagliare il consumo complessivo lordo del 10%. I risparmi energetici così congegnati dovrebbero abbassare la domanda della fonte più costosa, il gas. Per le imprese cosiddette inframarginali, cioè che producono elettricità da fonti più economiche del metano, viene fissato un tetto ai ricavi di 180 euro al megawattora. Per le aziende dell'Oil and Gas e quelle attive nella raffinazione viene invece previsto un contributo di solidarietà, da calcolare sull'utile nel 2022 o nell'anno fiscale 2022-23 a seconda del calendario, ove questo superi di almeno il 20% la media degli utili realizzati a partire dal 2018. L'aliquota sarà «almeno del 33%», ha spiegato Sikela. La commissaria all'Energia, Kadri Simson, è costretta ad ammettere che tutto ciò non basterà a riportare i prezzi del gas sotto controllo: «Bisogna fare di più, servono interventi di mercato a livello Ue per ridurre i prezzi del gas».

Alcuni Paesi sono restii ad applicare tetti di prezzo unilaterali nei confronti di partner come la Norvegia che hanno aumentato di molto le consegne di gas all'Ue, aiutandola a compensare gli ammanchi di metano russo: «Non è così che facciamo affari», ha sottolineato un diplomatico Ue. Simson ha anche ribadito che l'esecutivo lavora ad una misura «temporanea» a livello Ue che limiti il prezzo del gas usato per produrre elettricità. Il prezzo dovrebbe essere limitato però in misura taleda non aumentare il consumo di gas, un equilibrio non facile da raggiungere. «Sono misure di intervento profondo e non le proponiamo alla leggera», ha sottolineato Simson. I ministri hanno chiesto «rassicurazioni», ha detto Sikela, sulla «tempistica» con cui la Commissione avanzerà proposte, dato che di imporre un tetto al prezzo del gas (non solo a quello russo, ma anche agli altri) si parla ormai da parecchi mesi (Mario Draghi insiste su questo punto da tempo), ma finora non è stato deciso nulla a livello Ue in materia.

È vero che 15 Paesi membri hanno scritto alla Commissione chiedendole di presentare una proposta di tetto al prezzo del gas, ma 15 Paesi, anche se sono tanti, sono 12 in meno della totalità dei membri dell'Ue. E quindi, come ha riferito il ministro Cingolani, i Paesi più energivori, che pesano per l'80% dei consumi, hanno iniziato a lavorare per superare le divisioni, che durano da mesi, sulle misure necessarie a contenere i prezzi del gas. Cingolani ha spiegato che si pensa ad una «forchetta» di prezzo, una banda di oscillazione tra un valore minimo e uno massimo per evitare chele variazioni di mercato vadano «fuori controllo».

Un'altra ipotesi è sganciare il prezzo del gas dal Ttf, il parametro di riferimento europeo per il prezzo del metano, e di ancorarlo ad un paniere di indici più ampio, come l'Henry Hub, il benchmark americano del gas, e il Brent, il future sul greggio del Mare del Nord, parametro di riferimento per il prezzo del petrolio in Europa.

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