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Nord Stream, la Nato: risponderemo agli attacchi. Chi c'è dietro al sabotaggio

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Non ci sono dubbi, i danneggiamento ai gasdotti sono il risultato di atti di sabotaggio e la Nato non esiterà a rispondere in maniera "unita e determinata" a qualsiasi attacco deliberato. È altissima la tensione nel Mar Baltico e nella guerra del gas che si sovrappone a quella in Ucraina. "Qualsiasi attacco deliberato contro l’infrastruttura dei Paesi alleati porterà a una risposta unita e determinata. Sosterremo le indagini per determinare l’origine del danno" al Nord Stream 1 e 2, è quanto riferito dal Consiglio Nord Atlantico a seguito dei danni riscontrati sui gasdotti. Il danneggiamento nel "desta profonda preoccupazione" si legge in una nota della Nato, sottoscritta anche da Finlandia e Svezia. "Tutte le informazioni disponibili indicano che si tratta del risultato di atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili".

 

Intanto una nuova fuga di gas è stata rilevata dai gasdotti Nord Stream, si tratta del quarto danneggiamento dall’inizio della settimana. Due dei danneggiamenti individuati si trovano nelle acque svedesi e due in quelle danesi, Secondo quanto riporta la Reuters, al momento delle esplosioni che hanno portato alle fughe di gas, nessuno dei gasdotti era in funzione; ciononostante, le condutture erano piene di gas, riversatosi nel Mar Baltico con le conseguenze che ciò può comportare, soprattutto per l’ecosistema.

 

Chi ci sia dietro questi danneggiamenti non è ancora dato saperlo; quel che è certo è che l’Unione Europea sospetta fortemente un sabotaggio sui gasdotti marittimi che dalla Russia riforniscono l’Europa di gas. Bruxelles, infatti, ha promesso una ferma e robusta risposta contro ogni blocco internazionale delle proprie strutture energetiche. 

 

"Queste perdite causano rischi per la spedizione e sostanziali danni ambientali. Sosteniamo le indagini in corso per determinare l’origine del danno - si legge ancora nella nota della Nato -  Noi, come alleati, ci siamo impegnati a prepararci, scoraggiare e difenderci dall’uso coercitivo dell’energia e da altre tattiche ibride da parte di attori statali e non statali. Qualsiasi attacco deliberato contro l’infrastruttura critica degli alleati sarebbe accolto con una risposta unita e determinata". Intanto Greenpeace fa i conti del danno ambientale: le perdite nel Nord Stream potrebbero avere lo stesso potenziale di distruzione del clima di 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica, lo stesso delle emissioni annuali di 20 milioni di automobili in Europa. 

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