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Sanzioni a Putin, il sondaggio che dà ragione a Matteo Salvini: "Cosa pensano gli italiani"

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Le sanzioni alla Russia, conseguenti alla guerra scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, sono uno dei temi caldi della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Ma cosa ne pensano davvero gli italiani? Secondo un sondaggio realizzato da Termometro politico sembra proprio che gli italiani la pensino come Matteo Salvini che ha sempre messo in evidenza il paradosso per il quale le sanzioni alla Russia, così come sono state realizzate, danneggiano principalmente il nostro paese (sanzionatore) rispetto al sanzionato (Russia). Il leader della Lega sostiene infatti la necessità di una revisione di queste misure. 

Un sondaggio Swg, già il 20 luglio scorso, rivelava la contrarietà del 49% degli interpellati sull'invio delle armi a Kiev. Gli italiani chiederebbero un cambio di rotta anche per quanto riguarda il tema delle sanzioni, come rileva il sondaggio settimanale di Termometro Politico, realizzato tra il 30 agosto e il 2 settembre. Di fronte all’aumento del prezzo del gas e all’impennata dell'inflazione, infatti, il 51,1% degli intervistati si dichiara a favore di una revisione della politica adottata fin qui nei confronti della Russia. Il 28%, in particolare, ricorda che fin dall'inizio si era detto contrario ad ogni restrizione. Il 23,1%, invece, pur sostenendo -al momento dello scoppio delle ostilità- le sanzioni come risposta all'offensiva di Mosca, auspica adesso un'inversione di marcia dando di fatto ragione a Matteo Salvini che propone una revisione delle stesse. Il 44% degli intervistati, invece, resta fedele alla linea dura delle sanzioni: per il 24,2% un cambio di linea significherebbe “cedere a un ricatto” e bisognerebbe, anzi, essere ancora più duri con la Russia. Per il 19,8%, invece, andrebbe lasciato tutto così com' è: “Le sanzioni devono rimanere al livello attuale”.

Un’altro quesito aiuta a capire la posizione degli italiani riguardo la politica estera seguita dall’Italia. Il quesito riguarda l'affermazione sull'Italia come “colonia non pienamente sovrana”. Il 52,1% si dichiara “sovranista”, accusando l'Italia di essere, a seconda degli intervistati, vassallo di Stati Uniti (19,8%), Unione europea e Germania (17,1%) e “finanza internazionale e multinazionali” (15,9%). Solo il 30,1% pensa che si tratti di “affermazioni populiste ed estremiste” (30,1%). Per il restante 23,5%, l’Italia non è “pienamente sovrana”, ma è una cosa positiva perché difende il nostro Paese dalle “scelte irresponsabili dei politici italiani”. Inoltre, un’altro dato confermerebbe la posizione contraria degli italiani sulle scelte del governo:  il 54,5% degli intervistati, infatti, dichiara di non avere fiducia nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi.

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