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Ucraina, sondaggio riservato spiazza Putin: quanti vogliono la fine della guerra. Fuga di notizie al Cremlino

Dall'inizio della guerra in Ucraina molti in Occidente sperano in una rivolta contro il presidente russo Vladimir Putin, che sia il golpe degli militari o dei servizi segreti di cui si è scritto a lungo, o proteste di massa da parte della popolazione. Nulla di questo si è verificato ma qualche segnale di dissenso inizia a emerge dai sondaggi che, con grande sorpresa di molti osservatori, fino a ora hanno registrato un consenso pressoché unanime dei russi alla politica del presidente. 

 

  

Il segnale che, è probabile, farà scattare il campanello d'allarme al Cremlino è contenuto in un sondaggio riservato realizzato il 23 giugno 2022 con il titolo "Operazione militare speciale: aree problematiche" da Vciom, grande società demoscopica controllata dal governo. Alcune slide sono uscite dal rigido controllo delle informazioni del Cremlino e sono arrivate al Corriere della sera, che ne ha svelato contenuti.

 

Dal 24 febbraio si vedono i primi, chiari "smottamenti" nell'opinione pubblica russa. Secondo i documenti riservati i russi approvano ancora la guerra ma "la metà fra loro chiede anche di mettere fine all'avventura". Posizione, questa, particolarmente popolare tra i giovani che rischiano di finire al fronte tanto che la percentuale l'apertura immediata di colloqui di pace e del 79 per cento.

Nel dettaglio, il sostegno di coloro che si dichiarano a favore dell'"operazione militare speciale" resta alto, 70% con un calo di due punti dall'ultima rilevazione e del 6 per cento dal 24 marzo. "Fra i giovani di 18-24 anni appena il 38% sostiene la guerra, mentre il 37% si chiara contrario e il restante 23% trova «difficile rispondere»".

 

La parte del sondaggio più interessante è quella "Combattere vs. negoziati di pace". Solo il 44% degli intervistati ritiene "più importante combattere", mentre un altro 44% preferisce trattative per far tacere le armi e il 12% trova "difficile rispondere". Certo, le percentuali di persone favorevoli alla guerra restano alte e l'orientamento dell'opinione pubblica, nelle autocrazie come quella russa,  non è certo alla base delle decisioni di Putin. Ma per lo Zar potrebbe rappresentare un campanello d'allarme.