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Boris Johnson verso il game over? Mollato da altri due ministri, scatta il processo del partito

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Sembra essere vicino al geme ove l'esperienza di governo di Boris Johnson. Il primo ministro britannico  ha incassato le dimissioni di altri due esponenti del suo governo dopo l’uscita del cancelliere Rishi Sunak e del ministro della Salute Sajid Javid. Come riporta la Bbc, Will Quince, ministro per l’Infanzia e la Famiglia, e Laura Trott, sottosegretaria al ministero dei Trasporti, hanno entrambi deciso di lasciare in seguito alle polemiche legate alla nomina da parte di Johnson dell’ex viceministro Chris Pincher, accusato di molestie sessuali per aver palpeggiato due uomini in un club privato. 

Quince ha spiegato di «non avere scelta» dopo aver inizialmente difeso Johnson. Per il ministro sono state troppe le "inesattezze" da parte di Downing Street sul caso Pincher. Infatti il premier prima aveva negato di essere a conoscenze dello scandalo, ma è stato smentito dai giornali. 

 Nella sua lettera di dimissioni al primo ministro, Quince - che solo lunedì aveva rinnovato la fiducia al premier - ha spiegato di lasciare l’esecutivo con "grande tristezza" dopo che Johnson ha ammesso - dopo averlo inizialmente negato - di sapere che Chris Pincher, ex vice-capogruppo parlamentare Tory - era stato indagato in passato per comportamento inappropriato nei confronti degli uomini.

 

Oltre a Sunak e Javid -considerati figure chiave dell’esecutivo britannico-, ieri si sono dimessi altri deputati che ricoprono incarichi di minore responsabilità, tra cui Bim Afolami, dimessosi da vicepresidente del partito, e Andrew Murrison, dimessosi da inviato commerciale con il Marocco. Se ne sono andati due segretari privati del Partito conservatore, Jonathan Gullis e Saqib Bhatti. Il premier si trova ad affrontare la crisi più profonda da quando ha vinto le elezioni generali del 2019; e oggi è atteso a una giornata di fuoco, prima il consueto ’question time' alla Camera dei Comuni e poi dinanzi il Liaison Committee, il potente comitato Tory che riunisce i presidenti di tutte le commissioni parlamentari.

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