Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Guerra in Ucraina, Volodymyr Zelensky chiede armi per combattere i russi

Christian Campigli
  • a
  • a
  • a

Alla faccia dei pacifisti, di chi vede nei carri armati e nei fucili di precisione strumenti di guerra e di morte. Il presidente ucraino non le manda certo a dire e sottolinea, ancora una volta, un concetto semplice nella sua espressione, ma che rischia di sollevare un vespaio di polemiche. Anche nel nostro Paese, soprattutto nella traballante maggioranza (leggi, Cinque Stelle) che sostiene il Governo dei Migliori.

“Le armi sono il miglior investimento per la stabilità nel mondo. La situazione nel Donbass è estremamente difficile e tutta la forza che l'esercito russo ancora possiede è stata riversata lì per attaccare – ha ribadito Volodymyr Zelensky nel suo ultimo discorso - Sono grato a tutti i partner dell'Ucraina che ci aiutano. Ma lo sottolineo ancora, più a lungo durerà questa guerra, più alto sarà il prezzo per la protezione della libertà non solo per l'Ucraina, ma per tutto il mondo libero - ha proseguito - Quindi, la fornitura di armi pesanti all'Ucraina, lanciarazzi multipli, tank, armi antinave e altre armi, è il miglior investimento per mantenere la stabilità nel mondo ed evitare molte crisi gravi che la Russia sta ancora pianificando o ha già provocato”.

 

 

 

 

Il leader ucraino è tornato poi a ribadire come la guerra sia responsabilità esclusiva di Putin e della Russia. “Sono tre mesi di crimini di guerra degli occupanti russi. Tre mesi di attacchi, distruzione, blocchi. Dobbiamo sempre ricordarci che questi tre mesi siamo sopravvissuti grazie alle decine di migliaia di imprese di tutti coloro che difendono lo Stato. E al prezzo di decine di migliaia di vite di uomini e donne ucraini uccisi dagli occupanti. Ci sono stati quasi 30mila soldati russi uccisi e oltre 200 aerei abbattuti”.

Il tema della guerra in Ucraina e dell'invio di armi pesanti sta creando numerose fibrillazioni nella maggioranza che sostiene Mario Draghi. I Cinque Stelle su tutti, ma anche Silvio Berlusconi, hanno sollevato più di un dubbio. Una situazione che rischia di diventare deflagrante, se non verrà trovata, entro l'estate, una soluzione per l'invio del grano in Africa. Una crisi alimentare porterebbe automaticamente milioni di persone a imbarcarsi e prendere la rotta dell'Europa attraverso il Mar Mediterraneo. Uomini e donne pronti a sbarcare a getto continuo sulle coste italiane.

Dai blog