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Donald Trump, inizia la lunga scalata alla Casa Bianca. I suoi candidati sfondano alle primarie in Ohio

Christian Campigli
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Vivo, vegeto e determinato a riprendere ciò che considera suo. Chi pensava che Donald Trump accettasse serenamente la sconfitta e si ritirasse in una sorta di pensione dorata ha sbagliato i conti. E non di poco. Il tycoon, invocato da molti analisti internazionali come l'unico in grado di far ragionare Vladimir Putin, ha iniziato una lenta scalata che lo potrà portare, nel 2024, nuovamente alla Casa Bianca.

 

Una rincorsa iniziata, come era ovvio, dal partito repubblicano. I suoi candidati alle primarie in Ohio hanno vinto, confermando la forza dell'ex presidente Usa. L'ex consigliere Max Miller si è aggiudicato le primarie per la Camera, Jd Vance quelle per il Senato. Un risultato significativo, soprattutto quello di Vance, che si scontrerà alle elezioni di metà mandato di novembre con il democratico Tim Ryan, per sostituire il repubblicano Rob Portman, in una delle sfide chiave che decideranno il controllo del Senato.

 

Ryan ha battuto facilmente nelle primarie democratiche l'avvocato progressista Morgan Harper e il manager del settore informatico Traci Johnson. “Voglio che la nostra manifattura diventi una potenza nel mondo. Voglio aiutare questo paese a scavalcare la Cina”. Con queste parole ha arringato la folla dei sostenitori. Un tema classico, che ha reso popolare e molto amato Trump. Soprattutto in quella America profonda, che noi Europei comprendiamo solo in minima parte.

 

Stati e città lontani, in ogni senso, dalle luci della ribalta di New York o della California. Realtà più piccole, ma incredibilmente importanti nello scacchiere a stelle e strisce come ad esempio la Virginia, il Nebraska, l'Idaho. Vance ha descritto le primarie in Ohio come una “battaglia per l'anima” dei repubblicani: da un lato l'establishment pettinato, dall'altro lato della barricata quelli come lui e Trump, disposti invece a combattere per affermare posizioni più populiste.

 

Agli inizi di marzo l'esponente conservatore era in evidente difficoltà, terzo nei sondaggi, dietro ai suoi sfidanti. Il 15 aprile però ha incassato l'appoggio dell'ex presidente e ha iniziato la rimonta che lo ha poi portato al successo. Una prova tangibile di come il tycoon sia ancora vivo, vegeto e per nulla disposto a lasciare ciò che considera suo.

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