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Alexander Dugin critica Lavrov: “Hitler non era ebreo, parole strane”. Poi avverte: annientamento nucleare dell'umanità

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“Queste dichiarazioni sono un po’ strane, non credo che Adolf Hitler fosse ebreo”. A parlare delle parole del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è Alexander Dugin, filosofo russo considerato molto vicino a Vladimir Putin, che a Sky TG24 ha commentato l’intervento che ha fatto tanto discutere in tutta Italia: “Sono idee che alcuni cospirazionisti hanno sviluppato ma non ci sono argomenti seri”. Dugin si è espresso anche sul ruolo del Papa nella guerra in Ucraina: “Papa Francesco rappresenta quel ramo della cristianità che fin dal Medioevo non ha rappresentato alcuna autorità per noi cristiani ortodossi. Nel moderno Occidente anticristiano, l’influenza del Papa è minima, ridotta a una funzione umanitaria insignificante e non influente. Non importa per noi cosa pensa Papa Francesco delle guerre ’giuste’ e ‘ingiuste’. E - dice al Qn - il suo appello a cercare un accordo in caso di conflitto vitale tra la civiltà russa e quella che ai nostri occhi è la civiltà dell’anticristo, senza comprendere particolarmente la nostra posizione non ha molto peso per noi. Era necessario pensare a quando i cattolici sostenevano la russofobia tra gli uniati ucraini, Questo è uno dei numerosi fattori che hanno portato all’attuale conflitto”.

 

 

“I veri obiettivi dell’operazione militare speciale sono distruggere le capacità militari del nemico, che ha ripetutamente dichiarato che si sta preparando a usarle contro la Russia e contro le repubbliche del Donbas, e questo con il sostegno della Nato, e sradicare la russofobia. Vogliamo - aggiunge Dugin all’Adnkronos - sradicare la russofobia e specialmente le sue manifestazioni estreme che si esprimono sotto forma di vero e proprio nazismo in Ucraina. Questi sono gli obiettivi dall’inizio del conflitto e restano immutati. O la Russia stabilisce il controllo su tutto il territorio dell’Ucraina, raggiungendo così i suoi obiettivi, il programma massimo, oppure le forze russe e le unità alleate della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk riprendono e liberano il territorio della Novorossiya da Kharkov a Odessa, con il programma minimo. Quale di questi due scenari si materializzi è difficile da dire al momento. Uno o altro e nessuno fuori di loro. La fine delle ostilità si avrà quando l’obiettivo di distruggere le capacità militari del nemico sarà raggiunto”.

 

 

“L’unico consiglio che posso dare agli europei in questo momento è - sottolinea il filosofo russo -  di scegliere la vita sulla morte e di non farsi coinvolgere nell’alimentare il conflitto chiedendo un intervento diretto delle truppe della Nato. Questo porterà alla Terza Guerra Mondiale e all’annientamento nucleare dell’umanità. Per la Russia - avverte e conclude Dugin - la vittoria in questa operazione equivale alla domanda, essere o non essere. L’Europa stessa non interessa i russi, nessuno la invade. Ma se un qualsiasi stato membro europeo della Nato si impegna in una campagna militare diretta contro la Russia, causerà una risposta simmetrica”.

 

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