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Tagadà, Mariupol è già della Russia: ecco perché Vladimir Putin non distrugge tutta l'acciaieria

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Gastone Breccia dà Mariupol come già spacciata. Il professore di storia bizantina dell'Università di Pavia, è ospite nel corso della puntata del 21 aprile di Tagadà, talk show di La7 condotto da Tiziana Panella, e analizza la situazione della città in Ucraina, ormai finita nelle mani della Russia tranne un ultimo baluardo che tenta di resistere e combattere: “L’acciaieria è abbastanza isolata a Mariupol, può essere sigillata e da lì i difensori non potranno più uscire. Non costituiscono più una minaccia per le forze russe e filo-russe. Attaccare i difensori ormai disperati può avere un costo umano altissimo, sono asserragliati in una specie di fortezza che è la costruzione di questa acciaieria. I missili hanno poco effetto su chi è nei sotterranei e Vladimir Putin non vuole perdere altri uomini. Le acciaierie, per quanto sembrino distrutte dalle immagini che vediamo in giro, hanno ancora un valore economico notevole”. 

 

 

“Putin ormai - spiega lo storico - considera Mariupol una città russa e non la lascerà mai agli ucraini, non tornerà mai a loro. Vuole che torni a produrre acciaio il prima possibile, non è suo interesse radere al suolo l’Azovstal, una struttura produttiva così importante. Mariupol è praticamente presa, tranne l’Azovstal è presa, si parla anche di una sfilata della vittoria del 9 maggio. Ci sono delle zone della città molto meno distrutte, basta un grande viale per fare questa parata della vittoria…”.

 

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