Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mattino5, diverbio tra Francesco Vecchi e Nicolai Lilin: “Aiutate il neonazismo”, “Ci siamo occupati dei morti del Covid”

  • a
  • a
  • a

Aria tesa a Mattino5 News tra lo scrittore russo Nicolai Lilin e il conduttore della trasmissione di Canale 5 Francesco Vecchi. Nell’edizione del 21 aprile si commenta lo spot diffuso dall'Ucraina per ricevere donazioni per comprare armi in cui spuntava un sole nero, di matrice neonazista: “Io sono occidentale, ma anche russo di formazione. Io comprendo la volontà di difendere il proprio paese, però per un momento è stato inquadrato questo simbolo che porta sulla propria divisa, non so come non siete riusciti a capire che cosa sia. Il sole nero è usato dai neonazisti, che si trovava nella sala del castello dove si incontravano gli ufficiali delle SS tedesche. Questo signore ha sul braccio destro un simbolo neonazista. Quando parliamo del perché l’Occidente non riesce a capire Vladimir Putin, è perché noi e voi abbiamo due memorie storiche differenti. Qui in Occidente, non vi interessa niente del neonazismo. Anzi, lo aiutate. Noi non lo tolleriamo Quando un esercito regolare arruola neonazisti è un crimine”.

 

 

“Può darsi che in passato siano stati fatti degli errori, proprio per questo uno può sedersi a tavolino…” risponde Vecchi, che viene però interrotto da Lilin: “Può darsi non esiste. Quando un esercito regolare arruola all’interno delle sue file dei componenti neonazisti questo è un crimine, punto e basta, se gli ucraini vogliono essere credibili devono togliere questi reparti. Stanno facendo una cosa orrenda”. Vecchi non arretra: “Ascolta quello che ti dico. In questo momento c’è un esercito che ha invaso e uno che si difende”. “Si ma perché? Perché ci sono le persone con le svastiche che ammazzano la gente dal 2014” accusa lo scrittore. 

 

 

Pronta la replica del conduttore: “È un’area limitata rispetto all’invasione della Russia. È vero che sono stati fatti degli errori, ma allora si ferma la guerra e il fuoco, i carri armati tornano nel paese da cui sono venuti e si dice quale sia la soluzione. Scusami se mi scaldo Nicolai, ma ora che mi si venga a dire ad un pubblico italiano che negli ultimi due anni non ci siamo occupati abbastanza del Donbass quando abbiamo avuto i morti di Covid in casa non lo accetto, perdonami se abbiamo fatto trasmissioni su cose che ci riguardavano molto da vicino. Scusate se non ci siamo occupati del Donbass e oggi piombiamo in una guerra e ci accorgiamo che ci sono state delle vittime. Quello che abbiamo in questo momento - conclude con tono molto acceso Vecchi - è un paese invaso e un paese invasore, mi dispiace”.

 

Dai blog