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L'Aria che Tira, stessa propaganda da Ucraina e Russia. Giorgio Cremaschi sbotta: “A Kiev non c'è democrazia”

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Giorgio Cremaschi mette sullo stesso piano la propaganda che arriva dall’Ucraina con quella che giunge dalla Russia. L’ex segretario Fiom ed attuale esponente di Potere al Popolo è ospite in collegamento nella puntata del 19 aprile de L’Aria che Tira, programma mattutino di La7 che vede Francesco Magnani alla conduzione: “La propaganda di guerra è guerra, non è una cosa differente, è guerra fatta con le parole e con le voci, ma anche lì ci sono i morti. Quando Emmanuel Macron dice a Joe Biden di non usare la parola 'genocidio' credo che lo faccia per un calcolo esatto sull'effetto che quella parola ha sull'intensità della guerra. Ogni parola corrisponde ad un certo livello della guerra. Siccome oggi nessuno ha la certezza che non arriveremo alla terza guerra mondiale, alla guerra nucleare, anche il linguaggio diventa una questione di fondo, anche la lotta sulla questione del linguaggio lo è”. 

 

 

“Siamo davanti - va vanti Cremaschi - a due narrazioni di propaganda, una da parte dell’aggressore Vladimir Putin, che parla di denazificazione, una narrazione di tutte le guerre ingiuste degli ultimi 30-40 anni, prima da parte della Nato oggi lo fa Putin. Si usa l’idea di uno scopo nobile, vedi l’esportare la democrazia, per avere il diritto di invadere un altro paese. Ma c’è anche una narrazione ucraina altrettanto falsa, si narra di una democrazia, ma l’Ucraina non è una democrazia. Non è una democrazia per niente. Facciamo il fact-checking invece di parlare di democrazia”.

 

 

Alessandro Cecchi Paone, presente in studio, si arrabbia per le parole di Cremaschi ed inizia ad intervenire per confutare la sua tesi nella parte finale dell’intervento dell’esponente di Potere al Popolo: “Più della Russia sì, è molto più democratico come stato. Dire che l’Ucraina non è una democrazia è pura propaganda, totalmente falsa. Non è solo molto più democratica della Russia, è democrazia come noi, è Europa. Sui fatti non ci stai, è una posizione ideologica, è un tuo diritto, ma non è un fatto”.

 

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