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Ucraina, Papa Francesco chiede la tregua. Il patriarca di Mosca Kirill rilancia l'appello contro i nemici russi

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Davanti a oltre 65mila persone riunite in Piazza San Pietro per la celebrazione della domenica delle Palme e della Passione del Signore, Papa Francesco - per la prima volta dall'inizio della pandemia sull'ovale in mezzo ai fedeli - rinnova la sua condanna alla "follia della guerra dove si torna a crocifiggere Cristo". Parole forti alle quali il Pontefice aggiunge un appello affinché "si ripongano le armi" e "si inizi una tregua pasquale" che abbia per obiettivo "la pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente".

Pressoché nello stesso momento, a migliaia di chilometri, il patriarca ortodosso Kirill - vicino al presidente Vladimir Putin - lancia il suo, di appello. Un appello all'unità per respingere "i nemici interni ed esterni della Russia", dice il capo della Chiesa ortodossa di Mosca nel suo sermone domenicale. "Possa Dio aiutare tutti noi in questo momento difficile affinché la nostra patria si unisca, anche intorno alle autorità", in modo da "respingere i nemici, sia esterni che interni".

Una sorta di 'botta e risposta a distanza', con posizioni evidentemente diverse, proprio mentre è sul tavolo un possibile incontro tra il pontefice e il capo degli ortodossi. Incontro che si ipotizza possa avvenire prima dell'estate, in territorio neutro, forse in Libano. "Ci sono varie ipotesi" ha spiegato nei giorni scorsi il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. "Ma non c'è niente di deciso. Si sta lavorando", ha sottolineato.

Ma all'inizio della Settimana Santa, proprio mentre il Cardinale Elemosiniere Konrad Krajewski è sulla strada verso Kiev - dove il Giovedì Santo, a nome del Santo Padre, consegnerà una seconda ambulanza - Papa Francesco rilancia il suo appello affinché tacciano gli armamenti, quantomeno per rispetto alla Santa Pasqua. "Ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!", ammonisce il Santo Padre. "Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti - si chiede il Pontefice - che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?".

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