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"I soldati russi non obbediscono più agli ordini", l'Ucraina punta sulla disfatta di Putin: cibo e armi per tre giorni

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Siamo giunti al ventisettesimo giorno di guerra e lo stato maggiore ucraino convinto che le forze russe avrebbero scorte di munizioni e cibo in grado di sostenerne l’offensiva per «non più di tre giorni». Sempre secondo le autorità militari di Kiev la situazione sarebbe la stessa per quanto riguarda le scorte di carburante, parlando di un vero e proprio «fallimento logistico» da parte di Mosca. A frenare le operazioni belliche, sempre stando alla stessa fonte, sarebbe anche il morale bassissimo delle truppe d’invasione: l’esempio riportato a supporto di tale teoria è quanto avvenuto nel distretto di Okhtyrka, nell’oblast (provincia) di Sumy, dove la «disobbedienza dei militari russi» avrebbe indotto circa 300 soldati a rifiutarsi di eseguire gli ordini.

 

Gli ufficiali dell’esercito del Cremlino incontrerebbero serie difficoltà anche a rimpiazzare i caduti con delle «leve improvvisate» nella regione di Lugansk dove, sostiene Kiev, la Russia «continua a mobilitare i cittadini» dell’autoproclamata repubblica. Tuttavia «gran parte della popolazione non sostiene la politica degli occupanti, non vuole prendere le armi e si nasconde ai rappresentanti della potenza occupante».

 

Ulteriore testimonianza del momento di grave impasse dell’esercito russo, anche il fatto che nei reparti sia saltata qualsiasi composizione per specializzazione. Al contrario, la maggior parte del personale mandato in linea non avrebbe un serio addestramento militare «perché non ha mai prestato servizio». Ad essere arruolati «Sono cittadini che hanno passaporti russi e quelli che hanno solo un passaporto pseudo-repubblicano, ovvero rilasciato a Lugansk o Donetsk, sono registrati come volontari». In un tale contesto, non sorprende che le forze russe stiano subendo perdite pesantissime: sempre secondo lo stato maggiore ucraino, nella sola giornata di ieri sarebbero caduti circa trecento soldati dell’esercito invasore. 

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